Personale

Pa, laurea specialistica ed esperienza pluriennale per i funzionari top

Sul tavolo dei contratti la proposta dell’Aran per le «alte professionalità»

di Gianni Trovati

Una quarta area, a cui si potrà accedere con «una laurea specialistica accompagnata, di norma, da un periodo pluriennale di esperienza lavorativa in funzioni specialistiche e/o di responsabilità che possono anche richiedere l’iscrizione ad albi professionali». Suona così la proposta presentata ieri dall’Aran ai sindacati per la creazione dell'area delle «alte professionalità» nei ministeri, nelle agenzie fiscali e nelle altre Pa del comparto Funzioni centrali.

La nuova area, che rappresenterebbe il modello anche per gli altri rami della Pa, implicherebbe «responsabilità amministrative e di risultato, a diversi livelli, in ordine alle funzioni specialistiche e/o organizzative affidate, inclusa la responsabilità di team di lavoro o di unità organizzative di medio/elevata complessità». E rappresenterebbe quel “primo piano” nella gerarchia dei funzionari pubblici, appena sotto la dirigenza, chiamato a ospitare le professionalità tecniche giudicate indispensabili per il Pnrr.

Sulla proposta le risposte sindacali sono divise. Fredde quelle di Cgil, Cisl e Uil (della quarta area «non si sentiva il bisogno», spiegano per esempio dalla Cgil-Fp), aperte quelle della Flp secondo cui passa dall’ordinamento professionale il confine fra «un contratto fotocopia» e la «discontinuità» rispetto al passato.

La proposta dell’Aran attua l’articolo 3 del decreto Reclutamento (Dl 80/2021), che affida alla contrattazione il compito di «individuare una ulteriore area per l’inquadramento del personale ad alta specializzazione». Lo stesso decreto, all’articolo 1, comma 5, spiega che il Portale del Reclutamento atteso al decollo a settembre prevederà un elenco per il «personale in possesso di un'alta specializzazione». La nuova area, insomma, si candida a diventare nel tempo la casa del nuovo personale chiamato a sostenere la Pa nello sforzo del Recovery, e a rafforzarla anche dopo con la riserva del 40% in vista dei concorsi per i contratti a tempo indeterminato dedicata a chi lavorerà agli interventi del Pnrr. Oggi, siccome la quarta area ancora non esiste, si prevede di inquadrare gli ingressi targati Pnrr con il trattamento dell’area 3, posizione F3.

I risultati magri ottenuti dal concorso Sud (1.483 idonei per 2.800 posti, come anticipato dal Sole 24 Ore del 1° luglio) mostrano tutta la complessità del problema. Lo stesso ministro per la Pa Renato Brunetta ha sostenuto nelle scorse settimane che anche l'offerta economica prevista nel bando (scritto dal governo Conte-2) ha contribuito a tenere lontane le candidature davvero qualificate. La nuova area, anche con l’ampliamento che porta nelle possibilità di carriera nella Pa, è stata pensata per cominciare ad affrontare il problema. Anche se per capire quali leve avrà davvero per risolverlo bisognerà attendere la revisione complessiva degli ordinamenti professionali, e soprattutto il finanziamento che riuscirà a trovare spazio nella prossima legge di bilancio.

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