I temi di NT+Tributi e bilanci a cura di Anutel

Pago Pa non è l'unica forma di pagamento ammessa

di Stefano Baldoni (*) - Rubrica a cura di Anutel

Il Garante della concorrenza e del mercato, con l'atto di segnalazione n. 4007/2020 inviato al Presidente del Consiglio dei ministri ed all'Anci, ha fornito delle importanti precisazioni in merito all'obbligo di avvalersi solo del sistema PagoPa per i pagamenti in favore delle amministrazioni.

Il sistema PagoPa e il suo obbligo
Le norme del codice dell'amministrazione digitale (Dlgs 82/2005) hanno stabilito l'obbligo per le pubbliche amministrazioni, i gestori di servizi pubblici e le società a controllo pubblico, di accettare i pagamenti in loro favore tramite la piattaforma elettronica, prevista dall'articolo 5, comma 2, del Dlgs 82/2005, vale a dire tramite la piattaforma Pago.pa. Questa piattaforma, come è noto, è un sistema di pagamenti elettronici realizzato per rendere più sicuro, veloce e trasparente l'esecuzione dei pagamenti verso la pubblica amministrazione, gestito oggi dalla società PagoPa Spa.

In particolare, il comma 2-ter, dell'articolo 5 del Dlgs 82/2005 ha stabilito che anche gli enti locali devono consentire il pagamento dei propri tributi tramite la predetta piattaforma, come peraltro ribadito dalla recente modifica apportata dalla legge 160/2019 (comma 786) all'articolo 2-bis del Dl 193/2016, aggiungendo espressamente tra le modalità di pagamento ammissibili per i tributi anche la piattaforma di cui al comma 2 dell'articolo 5 del Dlgs 82/2005.

Ancora più stringente pare essere la previsione del comma 2-quater del citato articolo 5, il quale sancisce che i prestatori di servizi di pagamento (banche, poste, istituti di moneta elettronica, eccetera) eseguono i pagamenti a favore delle pubbliche amministrazioni attraverso PagoPa.

Tuttavia, l'obbligatorietà per i prestatori di servizi di pagamento di ricorrere a questo strumento è stata ripetutamente rinviata nel tempo, dapprima al 30 giugno 2020 e oggi al 28 febbraio 2021, a opera dell'articolo 24 del Dl 76/2020.

Sistema esclusivo?
A parere del Garante tuttavia, l'introduzione di questo obbligo, come si è detto rinviato al 28 febbraio prossimo, non preclude la possibilità per i prestatori di servizi di pagamento e, quindi anche per gli enti impositori, di utilizzare altri canali. Ciò è chiarito dalle «Linee guida Agid per l'effettuazione dei pagamenti a favore delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di servizi pubblici», le quali prevedono espressamente che gli enti impositori possono affiancare alla piattaforma anzidetta il modello F24, fino a quando non sarà integrato anch'esso in PagoPa, la domiciliazione bancaria - Sepa Dircet Debit, eventuali altri servizi di pagamento non ancora integrati con PagoPa e non sostituibili in quanto la loro messa a disposizione è imposta dalla legge e la riscossione per cassa.

Senza dimenticare che lo stesso articolo 2-bis del Dl 193/2020 prevede PagoPa come una delle possibilità alternative per la riscossione delle entrate comunali, accanto al conto di tesoreria, i conti postali e altri strumenti elettronici di pagamento e che, in alcuni casi, è la stessa legge a prevedere esclusivamente specifiche forme di pagamento alternative (come accade ancora oggi nell'Imu, laddove l'articolo 1, comma 765, della legge 160/2019 impone l'utilizzo del modello F24, almeno fino a quando non sarà emanato una specifico Dm).

Ne è ulteriore prova il fatto che recentemente, l'articolo 118-ter del Dl 34/2020, ha espressamente previsto la potestà per gli enti locali di prevedere una riduzione, fino al 20 per cento, delle aliquote e delle tariffe delle proprie entrate, qualora il soggetto passivo obbligato provveda ad adempiere tramite autorizzazione permanente all'addebito su conto corrente. Premiando addirittura i cittadini che utilizzano uno strumento di pagamento fuori dal sistema PagoPa.

In conclusione, ravvisando che il dinamico sistema normativo ha generato una forte incertezza nelle amministrazioni pubbliche, tanto da spingere alcuni enti a restringere la riscossione delle proprie entrate solo tramite PagoPa, escludendo ingiustificatamente tutte le altre, stante gli effetti negativi sulla concorrenza e sull'efficienza della riscossione, per il Garante è necessario un chiarimento circa le modalità di pagamento che le Pa possono accettare.

(*) Vice-Presidente Anutel

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