Fisco e contabilità

Per rilanciare i borghi italiani servono investimenti diffusi

Il Protocollo di Anci, Borghi più belli d’Italia, Pro loco e Legambiente

di Patrizia Maciocchi

Il miliardo previsto dal Recovery plan per riqualificare i borghi italiani è una scommessa da non perdere. Ne è certa la task force composta da Anci, Borghi più belli d’Italia, Legambiente e Unione nazionale pro loco d’Italia. Associazioni che hanno firmato un Protocollo, presentato ieri al Senato della Repubblica, che ha l’obiettivo di capitalizzare il filo diretto con i territori, traducendo l’esperienza in progetti e proposte che consentano lo sviluppo sociale ed economico di piccoli comuni e borghi. Ospiti di Antonio De Poli, senatore questore del Senato, i vertici delle associazioni firmatarie hanno espresso i loro desiderata e i loro timori. Si chiedono tempi certi per dare corpo al programma sull’«Attività dei borghi» previsto dal Pnrr per 1.020 milioni di euro, il 40% dei quali è destinato al sud. Fondi che rappresentano una fetta cospicua dei 6,6 miliardi stanziati per cultura e turismo. La preoccupazione riguarda i tempi per dare concretezza alla “carta” che, secondo le associazioni, sembrano prolungarsi.

Un’ombra anche lo scarso coinvolgimento delle associazioni nel mettere a punto le misure strutturali, utili per una riqualificazione e valorizzazione a 360 gradi: dal recupero del gap digitale, ad una nuova mobilità, dai servizi, alla promozione di imprese locali. Il Pnrr rappresenta l’opportunità di colmare il divario tra le città e i piccoli comuni. Divario noto ma reso più evidente dalla pandemia, che ha indotto molti a fuggire verso un buen retiro, facendo poi i conti con i problemi di connessione o di spostamento. La richiesta al Governo e al ministero della Cultura è di arrivare presto a un bando che selezioni gli interventi con criteri che premino: qualità delle proposte, capacità di coinvolgimento delle comunità e dei soggetti che lavorano sul territorio e le ricadute sull’occupazione. Mentre c’è un fermo no all’ipotesi di concentrare parte significativa delle risorse su pochi borghi.

Agli oltre 5mila piccoli comuni italiani, sempre ieri, ha pensato il ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta che, con il presidente dell’Anci Antonio Decaro, ha presentato il progetto P.i.c.c.o.l.i. - Piani di intervento per le competenze, la capacità organizzativa e l’innovazione locale. Iniziativa che si traduce in quarantadue milioni di euro in 41 mesi per rafforzare la capacità amministrativa dei piccoli comuni italiani.

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