Urbanistica

Piano delle opere strategiche e prioritarie da 357 miliardi: lavori finanziati per il 71%

Rapporto 2022 realizzato dal Servizio studi della Camera: l’incremento più “pesante” degli ultimi 17 mesi spetta, sorprendentemente, alle strade (33,2 miliardi pari al 43%)

di G. Sa,

Non mancano le sorprese nel lavoro di ridefinizione del piano delle opere «strategiche e prioritarie» svolto dal ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. A registrarle è il Rapporto 2022 realizzato dal Servizio studi della Camera in collaborazione con l’Autorità Anticorruzione e con il Cresme Europa Servizi. Primo dato significativo, l’entità della crescita: 94,8 miliardi, un allargamento del 36,1% del perimetro del piano dai 262,3 miliardi del dicembre 2020 ai 357,1 miliardi del maggio 2022. Lo Stato destina sempre più risorse finanziarie (ci sono disponibili 255,1 miliardi pari al 71% del piano) e accelera la realizzazione (i lavori in corso passano da 53,6 a 64,5 miliardi).

Seconda sorpresa: in una fase in cui si ripete all’infinito che la crescita sostenibile si fa con le ferrovie, l’incremento più “pesante” degli ultimi 17 mesi (in un mix fra valori assoluti e quota percentuale) spetta, sorprendentemente, alle strade: 33,2 miliardi pari al 43%. Le ferrovie sono cresciute di più in termini assoluti (grazie all’Av al Sud spinta dal Pnrr) di 35,5 miliardi, ma è solo il 27,6%. Ci sono molti settori che in percentuale crescono di più - e anche questo è significativo - ma in valori assoluti l’incremento è limitato: porti e interporti (+76,2% e + 5,6 miliardi), aeroporti (+70,9% e + 1,7 miliardi), infrastrutture idriche (+187% e +2,1 miliardi), edilizia pubblica (+149,6% e + 0,8 miliardi).

Si potrebbe ribattere che sulle ferrovie lo Stato fa sul serio, grazie alla spinta del Pnrr, e sulle strade la programmazione è teorica e ha tempi lunghi. Ma non è così. Allo stato di avanzamento più arretrato - la progettazione - c’è il 40% delle opere stradali e il 60% di quelle ferroviarie. Allo stato più avanzato - lavori in corsi e ultimati - c’è il 20% delle opere ferroviarie strategiche e il 25,2% delle opere strategiche stradali.

Terza sorpresa. Si potrebbe pensare che questa spinta ad accrescere numeri e importi delle opere strategiche sia il Pnrr. Ma il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha portato solo 9,4 miliardi, il 10% dei 94,8 miliardi totali. Il “motore” della programmazione strategica non viene da Bruxelles, ma invece proprio dalla spinta autonoma (e nazionale) data dal governo Draghi: il 44,7% della nuova programmazione (42,4 miliardi) arriva dagli allegati Infrastrutture al Def del 2021 e 2022, firmati dal ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e controfirmati dal ministro dell’Economia, Daniele Franco. Con il ruolo decisivo della struttura di missione del Mims guidata da Giuseppe Catalano, nata per programmare ben prima delle task force Pnrr sorte nei ministeri. Per il Rapporto il rilancio della pianificazione strategica affonda le radici nella chiusura definitiva della legge obiettivo nel 2017 e nel lavoro di riprogrammazione svolto da Graziano Delrio e Ennio Cascetta (poi sostituito da Catalano) e chiamato «Connettere l’Italia».

Ma l’analisi delle componente della crescita riserva altre sorprese. Un’altra fetta consistente di quei 94,8 miliardi (24,9 miliardi pari al 26,2%) arriva dall’aggiornamento dei costi delle opere prioritarie alla data del 31 dicembre 2020. Termine temporale che lascia fuori dal calcolo tutto l’aggiornamento di costi per effetto della crisi energetica e delle materie prime dell’ultimo anno.

Ultima spinta al potenziamento del piano strategico è arrivata dai commissariamenti. Qui il merito dell’azione riformatrice va attribuito a Paola De Micheli e all’articolo 4 del Dl 32/2019, che trasformò poteri e procedure dei commissari strategici, rilanciandone la figura. Alle opere commissariate vanno attribuiti 9,6 miliardi (anche qui siamo intorno al 10%), ma va aggiunta anche una quota nella categorie di upgraded con il passaggio da «non prioritarie» a «prioritarie»: 8,1 miliardi spinti, oltre che dai commissari, anche dal Pnrr, dal Piano nazionale complementare e dai Def 2021 e 2022. Sono in grandissima parte opere stradali.

Il Rapporto sulle infrastrutture strategiche e prioritarie poggia sul Sistema informativo legge opere strategiche (Silos) disponibile sul sito web della Camera e realizzato con l’aggiornamento sistematico di 266 schede di opere strategiche. Fu avviato nel 2004 su incarico della Commissione Ambiente e lavori pubblici della Camera che anche in questo caso - sotto la presidenza di Alessia Rotta - ha rinnovato il mandato ad aggiornare il monitoraggio più completo in questo ambito.

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