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Piao, più facile per le Pa che hanno già ragionato in termini di integrazione tra i diversi piani

di Paola Giordano (*) - Rubrica a cura di Ancrel

Ancora un passo avanti è stato fatto per la Pubblica amministrazione verso una maggiore efficienza, efficacia, produttività e misurazione della performance, una Pa più snella, capace di misurare gli impatti delle sue azioni sugli stakeholder di riferimento, sulle famiglie e sulle imprese. Con il decreto legge 80/2021 convertito dalla legge 113/2021, è stato introdotto il Piao, il Piano Integrato di Attività e Organizzazione, allo scopo di raccogliere i diversi strumenti di programmazione usati fino a oggi e creare un piano unico che unirà i piani della performance, del lavoro agile e dell'anticorruzione, con scadenza prima 31 gennaio, poi rinviata con il Milleproroghe che ha spostato il termine da gennaio ad aprile, mentre per gli enti locali al 29 luglio. Massima semplificazione e massima chiarezza verso gli utenti quindi, il Piao sostituisce il Pdo, il Pola e il Piano della formazione, il Piano triennale del fabbisogno del personale e il Piano anticorruzione perché il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), la pandemia e i mutamenti a cui abbiamo assistito hanno messo in evidenza che gli attuali sistemi di programmazione non hanno la capacità di essere flessibili.

È chiaro che le amministrazioni che hanno già ragionato in termini di integrazione tra i diversi piani partiranno avvantaggiate, integrazione intesa tra i sistemi informativi e informatici. Chi ha lavorato invece sempre a compartimenti stagni avrà più difficoltà ad adeguarsi al nuovo Piao.

L'integrazione necessita della presenza nell'ente di uno strumento essenziale quello della Mappatura dei Processi che consenta di avere contezza di cosa fa ogni singolo processo all'interno dell'ente in assenza non è possibile definire degli obiettivi, effettuare una valutazione delle performance, dei rischi e delle misure di anticorruzione, nonché di un Sistema Informatico di supporto adeguato a ragionare in un'ottica di integrazione tra i diversi piani.

Per evitare duplicazioni e coordinare i contenuti delle sezioni del piano, il Dipartimento della Funzione pubblica adotterà specifiche linee guida. Dovrà essere adottato dagli organi di indirizzo politico e per le amministrazioni che ne sono sprovviste dagli organi di vertice, per gli enti locali è approvato dalla giunta esclusivamente in formato digitale e dovrà essere pubblicato ogni anno sul sito dell'ente e inviato al Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri (Dfp) per la pubblicazione sul relativo portale. La durata è triennale anche se va aggiornato annualmente e definisce gli strumenti per una piena trasparenza dei risultati dell'attività e dell'organizzazione amministrativa, nonché per il raggiungimento degli obiettivi in materia di contrasto alla corruzione secondo quanto previsto dalla legge 190/2012.

Il piano riguarda le pubbliche amministrazioni con più di 50 dipendenti (escluse le scuole). Ogni amministrazione dovrà predisporre un unico piano con sezioni specifiche, indicando la programmazione degli obiettivi, gli indicatori di performance, e le attese da soddisfare. Il piano integrato di attività e organizzazione contiene la scheda anagrafica dell'amministrazione con tutti i dati identificativi dell'amministrazione ed è suddiviso nelle sezioni:
- valore pubblico, performance e anticorruzione;
- organizzazione e capitale umano
- monitoraggio.

Il monitoraggio della coerenza con gli obiettivi di performance sarà effettuato su base triennale dall'Oiv o Nucleo di Valutazione.

Nel Piao dovranno essere incluse le procedure da semplificare ogni anno, anche mediante il ricorso alla tecnologia, le modalità e le azioni per una piena accessibilità alle amministrazioni, fisica e digitale, da parte dei cittadini ultrasessantacinquenni e dei cittadini con disabilità e le modalità e le azioni finalizzate al pieno rispetto della parità di genere, anche con riguardo alla composizione delle commissioni esaminatrici dei concorsi.

Nel caso il Piao venga omesso o sia del tutto assente, verranno applicate le sanzioni descritte nell'articolo 10, comma 5, del decreto legge 150/2009 ovvero divieto di erogazione della retribuzione di risultato ai dirigenti che risulteranno responsabili dell'omissione del piano e divieto di assumere e affidare incarichi di consulenza o di collaborazione. La sanzione è sospesa dal Milleproroghe fino al 30 aprile ma non comprende la proroga lunga degli enti locali al 29 Luglio ovvero i 120 giorni dall'approvazione del bilancio prorogato al 31 marzo 2022, pertanto il vecchio Piano triennale del fabbisogno del Personale consentirà di programmare le assunzioni fino al termine di approvazione del Piao e comunque prima che il Dpr ne sancisca la definitiva abrogazione.

Ci sarà anche una sanzione amministrativa da 1.000 a 10.000 euro per la mancata approvazione della programmazione anticorruzione.

(*) Presidente Ancrel Campania

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