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Pinqua, Corte dei Conti: attuazione sotto il target: nel 2022 spesi 109,2 milioni su 140

La fotografia al 31 dicembre 2022 del programma Pnrr sulla qualità dell'abitare. Faro sulla capacità di spesa. Attuazione complessiva al 3,9%. Tre anni per spendere 2,7 miliardi (896 mln quest'anno)

di Massimo Frontera

«La spesa dichiarata sostenuta al 31.12.2022 è pari a 109 milioni di euro, inferiore a quella programmata di 140 milioni di euro, e corrisponde al 3,90% di quella complessiva». Questo, in sintesi, lo stato di attuazione del programma Pinqua (Piano nazionale per la qualità dell'abitare), finanziato con fondi Pnrr e gestito dal ministero delle Infrastrutture. A fare il punto su una delle sfide del Recovery fund, è la Corte dei Conti, con la deliberazione n.30/2023 del 16 febbraio scorso, trasmessa al Parlamento e più precisamente alle commissioni Bilancio e Ambiente della Camera. L'orizzonte del programma resta fissato al 31 marzo 2026, quindi restano tre anni esatti per spendere poco più di 2,7 miliardi di euro, cioè il grosso del budget stanziato per questa misura.

Nella sua valutazione conclusiva, la Corte dei Conti prende atto che già nel primo anno la spesa è inferiore al target. Peccato che invece, nella precedente relazione (n.36/2022), la Sezione avesse apprezzato una situazione esattamente inversa, con risultati ampiamente oltre l'obiettivo prefissato. In questo caso gli obiettivi si misuravano esclusivamente sul piano della fase istruttoria e di avvio del programma. La principale scadenza - fissata per il marzo 2022 - era la firma di almeno 15 convenzioni (una per ciascuna regione). Il ministero - guidato dall'allora ministro Enrico Giovannini - ha invece esibito il risultato di 158 convenzioni firmate su 159 (l'ultima sarebbe stata sottoscritta il 15 novembre 2022 con il comune di Brescia).

Oggi invece la Corte dei Conti, nell'attenzionare il Pinqua, anticipa che proprio la capacità della spesa e l'apertura dei cantieri saranno i criteri per valutare l'operato del Mit. «Nel prosieguo dell'attività della Sezione, pertanto - si legge nelle "conclusioni e raccomandazioni" - sarà oggetto di monitoraggio l'avanzamento ed il rispetto del cronoprogramma degli interventi ammessi nonché, conseguentemente la relativa capacità di spesa degli enti attuatori». Mentre per il 2022 la dote finanziaria utilizzabile era appunto di 140 milioni, per quest'anno l'obiettivo annuale di spesa (il più alto del programma) è di ben 896 milioni. Nel 2024 il target si riduce a 756 milioni per poi attestarsi a 504 milioni per ciascuno degli ultimi due anni del programma. L'orizzonte resta, ad oggi, fissato al 31 marzo 2026. Restano dunque tre anni esatti per spendere poco più di 2,7 miliardi di euro.

La contabilità del Pinqua, al 31 dicembre 2022 (fonte Corte dei Conti)



A proposito di attuazione, vale la pena di ricordare che la direzione generale del Mit competente per il Pinqua (Edilizia statale, politiche abitative, riqualificazione urbana e interventi speciali) ha visto recentemente l'esodo di alcune figure (non solo apicali) impegnate in prima linea nell'attuazione del programma. La novità più vistosa è la stessa direttrice generale Barbara Casagrande, che il Consiglio dei ministri, il 1 marzo scorso, ha nominato segretario generale del ministero del Turismo, su proposta della ministra Daniela Santanché. Oltre al bilancio 2022, la delibera della Corte dei Conti riferisce anche del progresso fatto nei primi giorni dell'anno: «alla data del 20 gennaio 2023 - si legge - risultavano assunti impegni per 137,27 milioni ed effettuati pagamenti per 7,14 milioni, pari al 5,2% degli impegni». La delibera ripercorre inoltre le tappe principali del maxi programma, che coinvolge appunto 159 enti.

Una tappa importante è costituita dalle quattro gare lanciate da Invitalia nell'aprile 2022 per affidare (con accordo quadro) lavori e servizi tecnici per realizzare 261 interventi per un valore massimo complessivo di oltre 1,2 miliardi di euro (di cui 820 milioni di lavori stimati) per conto di 69 stazioni appaltanti. Alle gare hanno partecipato un numero elevato di imprese, quasi tutte Pmi. Più esattamente, la Corte riferisce di 484 imprese partecipanti da ogni parte d'Italia (ma maggiormente concentrazione in Lazio, Campania, Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto». Dopo l'aggiudicazione c'è stato un grosso lavoro per la verifica dei requisiti dei vincitori, effettuata dal Mit con il supporto di Invitalia. L'ultimo aggiornamento indica che «per circa il 98% delle aggiudicazioni sono state concluse le verifiche dei requisiti ex artt. 80 e 83 del Codice dei Contratti; per il 90% delle aggiudicazioni sono state acquisite dagli aggiudicatari le polizze e la documentazione per la sottoscrizione degli Accordi Quadro». Ad esito delle aggiudicazioni, a partire dal mese di luglio è stato erogato agli enti beneficiari l'acconto del 10 per cento.

L'assegnazione dell'anticipo del 10% è stato completato nel mese di ottobre 2022, con la certificazione dell'avvenuto trasferimento - attraverso l'apposito sistema Regis - di «anticipazioni per euro 11,84 milioni» e con la misurazione della spesa sostenuta che «ad oggi risulta essere circa 109 milioni di euro». Per 32 proposte ordinarie, invece, il pagamento dell'anticipazione è avvenuto utilizzando la contabilità ordinaria. Un ulteriore capitolo della vicenda, sommariamente ripercorso dalla delibera, riguarda l'adeguamento dei prezzi per il caro materiali, le cui più recenti norme sono state introdotte nel luglio 2022 (articolo 26 del decreto aiuti 50/2022) e successivamente disciplinate con Dpcm del settembre successivo.

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