Urbanistica

Pnrr, le 19 gare di Rete ferroviaria italiana nel 2022 valgono 15 miliardi

Le imprese cominciano a scaldare i motori. Incognita prezzi, costi al rialzo del 16%

di Giorgio Santilli

Il Pnrr quest’anno esce dalle partite molto politiche dell’approvazione di Bruxelles ed entra nella fase pienamente operativa che più interessa le imprese.

Molti progetti finanziati dal Piano sono ancora alla fase della programmazione ministeriale o a quella di ripartizione delle risorse o a quella delle autorizzazioni o ancora ai progetti preliminari. Ma per un nutrito numero di interventi finanziati siamo, invece, già alla fase “verticale” della gara che costringe le imprese a scaldare i motori per studiare i progetti e presentare le offerte.

Chi vuole essere della partita deve cominciare ad agire subito.

Come sta capitando spesso in questo Pnrr, Rfi, la società della Rete ferroviaria italiana (gruppo Fs) guidata dall’amministratrice delegata Vera Fiorani, fa da battistrada all’attuazione del Piano.

La macchina di Rfi, confortata da una quota di finanziamenti Pnrr per opere infrastrutturali (Missione 3) che arrivano a 24 miliardi, gira già a pieno regime da mesi. Il risultato è ben visibile anche nel programma delle gare che saranno avviate nel corso del 2022: si tratta di 17 opere finanziate con il Pnrr e altre due finanziate con il Piano nazionale complementare, che totalizzano in tutto 15 miliardi di investimento. L’Osservatorio Pnrr del Sole 24 Ore è in grado di anticipare tutto il piano delle gare approvato dalla società: è riportato, opera per opera, nella tabella pubblicata sopra questo articolo. Circa sei miliardi andranno in gara nel primo semestre, la parte più consistente nel secondo semestre.

«Questo piano per il 2022 è pienamente confermato in questo momento, nonostante le molte difficoltà derivanti dal contesto internazionale, a partire dai costi e dalla scarsità delle materie prime», dice Vera Fiorani che sta lavorando con il governo «per trovare soluzioni qualora fosse necessario». Le opere che vanno in gara hanno già aggiornato la base d’asta e i singoli costi sulla base del nuovo prezzario approvato dalla società a gennaio. Ma il terremoto su energia e materiali potrebbe produrre nuovi scossoni, costringendo Rfi ad aggiornare nuovamente i prezzi. Senza parlare poi del quadro economico della singola opera che, rispetto alle previsioni iniziali del Pnrr, presenta già un aumento di costi dell’ordine del 16%. Una questione che vale già oggi 2,5-3 miliardi.

Fiorani è però fiduciosa che «utilizzando le flessibilità presenti nel nostro piano» le gare possano andare avanti. Una fiducia che si accompagna alla massima attenzione («non ancora allarme») della situazione.

Ma vediamo queste 19 gare che costituiscono il cuore dell’attività di Rfi sul Pnrr nel 2022 (insieme alla velocizzazione della spesa per le opere già in corso e al percorso autorizzativo per molti di questi stessi progetti). L’opera più importante è la Salerno-Reggio Calabria che partirà con tre lotti, per un totale di 7,5 miliardi. I due lotti Romagnano-Praja e il raddoppio della galleria Santomarco sono quelli finanziati con il Piano nazionale complementare: per le imprese interessate alla gara cambia poco, i tempi di realizzazione sforano comunque il 2026. Legate alle scadenze del Pnrr tutte le altre opere strategiche inserite nell’elenco: il collegamento ferroviario con l’Aeroporto Marco Polo di Venezia, ben quattro lotti della Palermo-Catania, l’ingresso Ovest e l’ingresso Est a Verona dell’Alta velocità, la Circonvallazione di Trento (per cui si è già concluso il dibattito pubblico), il potenziamento del lotto prioritario della Potenza-Metaponto, i lotti 1 e 2 del raddoppio della Roma-Pescara, il quadruplicamento della Milano Rogoredo-Pavia, il prolungamento della metropolitana di Salerno. Più una serie di collegamenti strategici per i territori.

C’è anche la Ferrandina-Matera che dopo 23 anni ha avuto il via libera autorizzativo da Mite e ministero della Cultura (si veda anche l’articolo pubblicato qui).

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