Imprese

Pnrr, Garofoli: lasciamo target in sicurezza per il nuovo Governo

Il sottosegretario rassicura: nelle prossime settimane il governo lavorerà per centrare «molti dei 55 obiettivi di dicembre»

di Giorgio Santilli

«Il governo sta lavorando e lavorerà nelle prossime settimane con l'obiettivo di raggiungere molti dei 55 obiettivi fissati dal Pnrr per il prossimo dicembre e mettere il governo che verrà in condizioni di tranquillità e di sicurezza riguardo al perseguimento di questi obiettivi». Sono parole distensive quelle che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, usa al Meeting di Rimini sull'attuazione del Pnrr e sul passaggio di consegne con il nuovo esecutivo. «Prepareremo per il governo che verrà - ha detto Garofoli - una ricognizione puntuale di quello che è stato fatto e di quello che si sta facendo perché il governo possa proseguire questo lavoro inedito e complicatissimo, ma anche vitale per l'Italia». Garofoli ha fatto il punto sull'attuazione del Piano rassicurando che «per ora non c'è nessun ritardo rispetto al cronoprogramma concordato con l'Europa: siamo perfettamente in linea con gli obiettivi del piano».

In particolare, «la commissione ha già certificato il raggiungimento degli obiettivi del dicembre 2021 e siamo assai fiduciosi che siano ritenuti raggiunti anche gli obiettivi del giugno 2022». Entro qualche settimana la commissione Ue dovrebbe pronunciarsi su questo aspetto per poi rilasciare la nuova tranche di finanziamento. «Abbiamo avuto - racconta Garofoli - un ultimo dubbio che riguardava il mondo della scuola e siamo intervenuti per questo con un decreto legge». Ci sono poi i 55 obiettivi di dicembre, la sfida cui dovrà far fronte il nuovo governo. «Siamo fiduciosi anche su questi», ha detto il sottosegretario a Palazzo Chigi. L'attuale governo ha intenzione di lasciare il compito in gran parte svolto.Garofoli non ha nascosto le difficoltà ma la prospettiva resta positiva. «Questi diciotto mesi - ha detto - abbiamo fatto un lavoro poderoso e inedito per il nostro Paese che deve fare i conti con una debolezza di capacità amministrativa a tutti i livelli, centrali e anche territoriali. C'è stato un impegno fortissimo di tutti». La fase attuale è «oggettivamente una fase inagevole» e «complicata» perché bisognerà aggiudicare «centinaia di gare e gli affanni amministrativi, anche degli enti territoriali, sono noti a tutti». Una fase - quella dell'aggiudicazione delle gare - che si protrarrà «per tutto il 2022 e nel 2023».

Palazzo Chigi ha istituito un tavolo permanente con Anci «e sono stati messi a punto modelli di centralizzazione della gestione delle procedure di evidenza pubblica, per esempio sulla rigenerazione urbana, con un accordo quadro su base volontaria che ha consentito alle amministrazioni terriotoriali di avvalersi di società pubbliche che hanno già dimostrato la capacità di gestione di queste procedure». Garofoli ha però sottolineato i risultati positivi che questa fase sta dando, rilanciando i dati sul 20% di crescita delle aggiudicazioni di gara nei primi sette mesi del 2022 che Il Sole 24 Ore aveva anticipato sabato 20 agosto. «Il 2022 - ha detto Garofoli - si annuncia come un anno record quanto ad aggiudicazione di lavori pubblici con 55-56 miliardi, dopo che già il 2021 era stato un anno record». Il Pnrr è una «grande occasione anche dal punto di vista congiunturale». Nei prossimi anni - ha ricordato Garofoli - «il Pnrr consentirà di avere una spesa aggiuntiva di 35 miliardi nel 2023, di 50 e 50 miliardi nel 2024 e nel 2025 e di 35 miliardi nel 2026». Un'occasione storica da non perdere «per attenuare i divari che affliggono questo paese».

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