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Pnrr, Irpet: aumento lavori pubblici sotto le attese a metà 2022

Secondo i ricercatori pesa il fatto che a sopportare l'aumento dei costi dei materiali debbano essere in prima battuta le stazioni appaltanti

di Mau.S.

L'incremento registrato nel primo semestre del 2022 per i volumi di lavori pubblici, previsto per effetto delle risorse del Pnrr, «non è in linea con le attese». Lo afferma uno studio dell'Irpet - Istituto regionale programmazione economica della Toscana -, secondo cui in Italia il valore complessivo delle procedure di lavori pubblici avviate è di 19 miliardi di euro, il 14% in più dello stesso periodo 2021 (a Pnrr non avviato), ma in linea con gli incrementi registrati negli anni precedenti (+16% fra 2020 e 2021, +15% fra 2019 e 2020).

«Osservando il dato relativo alle due principali tipologie di stazioni appaltanti - si legge - emerge come il valore sotto le attese sia limitato alla componente locale della commessa. Nel primo semestre del 2022, gli enti locali avviano procedure per un valore del 18% più basso rispetto al primo semestre del 2021, mentre il complesso delle società a partecipazione pubblica e dei concessionari del 33% più alto, dunque in linea con le previsioni di incremento. Pur considerando una parte di mancate comunicazioni, per lavori che verranno dichiarati nel corso dell'anno, il dato appare comunque particolarmente basso».

Secondo i ricercatori Irpet, «assieme all'attesa di un'ulteriore accelerazione della dinamica al rialzo dei prezzi, a rallentare l'avvio delle nuove procedure potrebbe aver giocato il fatto che la maggior parte degli incrementi dei costi debbano, allo stato attuale, essere sostenuti in prima battuta dalle stesse stazioni appaltanti».

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