Il CommentoPersonale

Pnrr, per preparare il personale occorre far ricorso a esternalizzazioni e coinvolgere il sistema universitario

di Enrico Caterini ed Ettore Jorio

Assicuriamoci le risorse umane occorrenti. Occorre farlo prima che il croupier europeo declami il rituale «rien ne va plus» in relazione agli adempimenti necessari per portare definitivamente a casa, trasformati per lo più in infrastrutture, i miliardi di euro del Pnrr. É quanto il sistema Repubblica dovrebbe fare subito, pena la restituzione di quanto già ricevuto, a titolo di acconto, e il mancato introito del saldo, dilazionato in ratei condizionati dagli stati di avanzamento delle opere finanziate (si veda NT+Plus Enti Locali & Edilizia del 10 novembre).

Sono giuste le preoccupazioni dei sindaci, ancorché un po' tardive, in relazione ai loro apparati amministrativi, non curati per decenni da una formazione corretta, costante ed efficacemente produttiva, e con organici generalmente "trascurati" a causa dei severi reiterati blocchi del turn over. Divieti divenuti esasperati sino all'inverosimile per tutte quelle centinaia di Comuni sottoposti a procedure di predissesto, che hanno fatto ricorso, nel quadrare i loro piani di rientro pluriennali, a quanto non previsto per retribuzione dei dipendenti andati in pensione in decenni per ripianare i loro disavanzi di amministrazione, spesso monstre.

Non di meno hanno fatto le Regioni, molte delle quali hanno fatto ricorso a formazioni farlocche affidate ai soliti inutili noti, spesso utili per dribblare assunzioni compiacenti. Tali atteggiamenti oggi presentano loro il conto, tanto che le stesse si stanno accorgendo dei mega impegni cui saranno chiamate, sia direttamente che sul piano della regia, che dovranno garantire ai componenti del sistema autonomistico locale e agli attori del mercato, per guadagnare quel patrimonio produttivo che la Next Generation Eu ha messo a disposizione del Paese e, quindi, della Nazione intera.

Una trascuratezza lampante del sistema territoriale che sottolinea l'incapacità cronica del Sud a prepararsi ad affrontare anche le grandi occasioni, peraltro non affatto favorito dalla spartizione dei 1000 esperti selezionati con procedure per nulla premianti della meritocrazia che l'evento, di contro, richiederebbe,

Una preoccupazione di tale sorta la si legge anche nell'affermazione di Roberto Garofoli nella quale - da esperto di efficienza della Pa preposto al sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio (su NT+ Enti Locali e Edilizia del 16 novembre) - si è detto preoccupato. Lo ha fatto sottolineando il grande gap che affligge il sistema Repubblica, affossato dalle assunzioni che si sono rese impossibili e dall'assenza di investimento formativo, tanto da registrare saldi negativi di 130 mila dipendenti persi in vent'anni (si veda NT+ Enti locvali & edilizia del 16 novembre).

A questo punto, residua un problema prevalente: su quando e cosa fare per attrezzare le truppe della pubblica amministrazione territoriale, certamente non sufficientemente sorretta dagli esperti selezionati con le metodologie in uso.

Necessita fare presto e bene cominciando ciascun ente a capire l'entità e lo spessore professionale acquisibile e da contrattualizzare per fine anno e, di conseguenza, mettersi a lavorare per investire al meglio le risorse finanziarie europee, in parte già ripartite dal Governo, destinate a infrastrutture.

Non solo. Dovranno fare bene con quelle destinate dalla Misura 6 del Pnrr alla sanità. Soprattutto, per ripristinare una assistenza territoriale degna di questo nome. Il nuovo progetto ministeriale, fondato sulle case e gli ospedali di comunità e la telemedicina merita un impegno tempestivo delle Regioni, sia quanto a decisori politici che alla dirigenza.

Il problema più grande sarà quello di fare, comunque, funzionare le Regioni e gli enti locali, sprovvisti come sono di materiale umano professionalizzato ad hoc, nell'essere puntuali negli adempimenti. Una istanza seria rivolta al sistema universitario e un ricorso mirato alle esternalizzazioni saranno dovuti, solo che non si voglia registrare una disfatta.

Dunque, per garantire che il sistema imprese goda e cresca con i quattrini europei necessita che a esso, unitamente alle assistenze che le diverse categorie produttive gli assicurano loro sponte, ci vogliano da parte del Governo le giuste cure, messaggi chiari e servizi reali destinati in favore dagli enti infra-statali, invero in ritardo rispetto all'evento che li coinvolge tutti.