Pnrr, Rfi: 2,5 miliardi su nove opere e tre piani. Tirano Terzo valico, Av Brescia-Padova e Napoli-Bari
La società per la Rete ferroviaria registra nel preconsuntivo un investimento per 2.527 milioni, superiore ai 2.239 previsti dal Recovery
Rete ferroviaria italiana (Rfi), principale società del gruppo Fs, accelera sugli investimenti previsti nel Pnrr: il Report consegnato dalla società guidata da Vera Fiorani al Ministero delle Infrastrutture e a Palazzo Chigi evidenzia un preconsuntivo di spese contabilizzate nel 2020-2021 di 2.527 milioni, suddivisi fra dodici voci di spesa (9 opere e 3 piani), superiore alla previsione di 2.239 milioni inserita nel Recovery Plan approvato dal governo e dall’Unione europea.
La tabella del Report - che Il Sole 24 Ore è in grado di pubblicate integralmente in questa pagina - evidenzia le opere che hanno tirato maggiormente in questo primo scorcio di applicazione del Pnrr: sono il Terzo valico sul corridoio Liguria-Alpi con 1.061 milioni di lavori contabilizzati, l’Alta velocità Brescia-Verona-Padova con una spesa di 656 milioni, gli interventi nei nodi metropolitani per i collegamenti nazionale chiave con 578 milioni e le realizzazioni sulla linea ferroviaria veloce Napoli-Bari con 108 milioni.
Complessivamente a Rete ferroviaria italiana e al gruppo Fs guidato da Luigi Ferraris il Pnrr assegna 23.856 milioni suddivisi fra le opere dell’Alta velocità già cantierate in passato e attese di essere completate (le tre già citate che oggi stanno tirando), le nuove opere di connessione alla rete Alta velocità al Sud (Salerno-Reggio Calabria e Battipaglia-Taranto), le nuove trasversali Orte-Falconara e Roma-Pescara, gli investimenti nei nodi urbani e nelle linee ferroviarie regionali, l’ambizioso programma di estensione e completamento del sistema elettronico di controllo della marcia del treno (Ertms) su cui l’Italia vanta una posizione di avanguardia in Europa. Fra gli investimenti prioritari anche il completamento della Palermo-Catania e le opere di adduzione al Brennero.
In sintesi si può dire che il piano ferroviario - molto apprezzato da Bruxelles come pilastro centrale del Piano di ripresa e resilienza - è un ponte fra le vecchie opere strategiche da completare in tempi blindati e le nuove opere che aprono la fase di allargamento dell’Alta velocità al Sud e sull’Adriatico. Per altro molte di queste nuove opere, a partire dalla linea Salerno-Reggio Calabria, vedranno il loro completamento con i finanziamenti aggiuntivi (in tutto circa 11 miliardi per l’arteria meridionale) del Piano nazionale complementare.
Il negoziato sul Pnrr italiano fra il governo e Bruxelles, proprio in virtù dell’apprezzamento europeo per le scelte ferroviarie di mobilità sostenibile, aveva portato a una piccola vittoria di Roma: poter contabilizzare, nella fase delicatissima di decollo del Piano, gli investimenti infrastrutturali che già erano in corso da molti anni, in cambio dell’impegno inderogabile a completare le vecchie opere all’interno del periodo di piano del Pnrr, quindi entro il 2026. In realtà le arterie maggiori del Nord saranno completate anche prima di quella scadenza.
Questa è la ragione, che può sembrare in apparenza illogica, che porta Rfi a contabilizzare non solo le spese del 2021 ma anche quelle del 2020, realizzate ancora prima che il Piano fosse approvato e addirittura concepito.
La risposta italiana, con 938 milioni contabilizzati nel 2020 e 1.590 milioni contabilizzati nel 2021, è stata assai brillante, visto che si è andati anche oltre la previsione del Piano.