Urbanistica

Porta Pia sblocca il Piano Rinascita urbana: dopo l'uscita del Dm quattro mesi per le proposte

Firmato il Dm Mit-Mef-Beni Culturali. Fondi per quasi 854 milioni in 14 anni. Cinque linee d'azione

di Massimo Frontera

L'uscita dalla fase acuta della Pandemia (per ora) regala l'attuazione del Piano rinascita Urbana, promosso dal Mit e finanziato con quasi 854 milioni (esattamente 853,81 milioni di euro) distribuiti su 14 anni, da qui al 2033. Oggi, mercoledì 16 settembre, il ministero ha informato che la titolare delle Infrastrutture, Paola De Micheli - ha firmato il Dm attuativo - insieme ai colleghi Dario Franceschini (Beni Culturali) e Roberto Gualteri (Economia) - previsto dalla norma istitutiva della misura (Finanziaria 2020, articolo 1, commi 437- 443 della legge 160/2019) con le procedure per presentare le proposte, i criteri per la valutazione e le modalità di erogazione dei finanziamenti per l'attuazione. Il Dm, la cui emanazione era prevista per il 29 febbraio 2020 - all'inizio dell'emergenza Covid - arriverà con circa sette mesi di ritardo, sempre che non ci siano ulteriori dilatazioni di tempo per la registrazione da parte della Corte dei Conti e l'uscita in Gazzetta. Una volta pubblicato, ci saranno 120 giorni di tempo per presentare le proposte, che i promotori potranno declinare in base a cinque diverse linee d'azione.

Dopo il Piano città del 2012, il Piano periferie del 2014 e il successivo Programma straordinario periferie del 2015, arriva dunque un nuovo ambizioso programma statale di respiro urbano dedicato in modo particolare alla promozione della "Qualità dell'abitare". Le linee d'azione sono e seguenti: riqualificazione e riorganizzazione del patrimonio destinato all'edilizia residenziale sociale e incremento dello stesso; rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socio-economico e all'uso temporaneo; miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani e della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbano-locali; rigenerazione di aree e spazi già costruiti, soprattutto ad alta tensione abitativa, incrementando la qualità ambientale e migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici anche attraverso l'uso di operazioni di densificazione; individuazione e utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano nonché di processi partecipativi, anche finalizzati all'autocostruzione.

Il programma si rivolge alle Regioni - «anche come soggetti aggregatori di strategie di intervento coordinate con i Comuni», specifica il Mit - alle città metropolitane e ai comuni con oltre 60mila abitanti. Sarà possibile presentare fino a tre proposte per uno o più specifici ambiti del territorio interessato. Il contributo massimo concedibile per singola proposta è di 15 milioni di euro. Il 34% delle risorse ha il vincolo di destinazione alle Regioni del Mezzogiorno. La presentazione delle proposte - spiega il Mit - avverrà in due fasi: «nella prima (Fase 1) bisognerà trasmettere una Proposta complessiva preliminare indicante la strategia nel suo complesso e l'insieme di interventi atti a raggiungere le finalità prescritte e che saranno esaminati dall'Alta Commissione secondo specifici criteri». «Nella seconda (Fase 2), per tutte le proposte ammesse, è prevista la trasmissione della Proposta complessiva finale, indicante lo stato di avanzamento della stessa».

«Sono ammesse a finanziamento - spiega Porta Pia - anche le proposte definite "Pilota", vale a dire quelle ad alto impatto strategico sul territorio nazionale, da cofinanziarsi anche con eventuali ulteriori risorse, ivi comprese quelle di cui al Recovery Fund, come da eventuali indicazioni europee e nazionali, in quanto orientati all'attuazione del Green Deal e della Digital Agenda». A valle della selezione dei progetti, il Mit stima che «entro la prossima primavera verranno erogati gli acconti della Fase 1». La gestione del programma è affidata alla direzione generale per l'Edilizia statale.

«Gli interventi - afferma in una nota la ministra Paola De Micheli - saranno finalizzati a incrementare l'edilizia residenziale pubblica, a realizzare soluzioni durevoli per la rigenerazione del tessuto socio economico, per l'arricchimento culturale, la qualità dei manufatti, dei luoghi e della vita delle persone in un'ottica di innovazione e sostenibilità, senza consumo di nuovo suolo». «Prende il via un programma organico nazionale per il recupero delle periferie e delle aree urbane degradate - dice il ministro Dario Franceschini - fortemente voluto da questo governo per andare incontro alle esigenze dei tanti italiani che vivono, sognano e lavorano in luoghi in cui è fondamentale restituire la qualità dell'abitare». «È un altro intervento importante nella strategia complessiva del governo, che mira allo stesso tempo a dare sostegno alle fasce più disagiate della popolazione e a riqualificare la vita nelle nostre città: stanziamo fondi per garantire più sicurezza e più decoro in aree che adesso sono degradate, e per il recupero del patrimonio edilizio con criteri di qualità e di eco-sostenibilità. I quartieri delle nostre periferie possono e devono diventare più vivibili, fermando il consumo del suolo e rilanciando gli interventi di edilizia residenziale pubblica secondo una visione moderna: il Programma per la qualità dell'abitare vuole rispondere alle esigenze e alle aspettative di milioni di famiglie che hanno diritto a vivere in case e in quartieri degni di un Paese avanzato», conclude il ministro Roberto Gualtieri.

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