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Qualità della vita per generazioni: vincono le province di Aosta, Piacenza e Cagliari

Al top con il migliore contesto di vita per bimbi, giovani e anziani. Grandi città in affanno per gli under 35

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di Marta Casadei e Michela Finizio

Sono Aosta, Piacenza e Cagliari le tre province che vincono quest’anno la sfida della Qualità della vita declinata per altrettante fasce d’età: bambini, giovani e anziani. La seconda edizione dei tre indici, calcolati ciascuno su 12 parametri statistici forniti da fonti certificate (Istat, Miur, Centro studi Tagliacarne, Iqvia), è stata presentata ieri in anteprima al Festival dell’Economia di Trento: le classifiche, pubblicate la prima volta a giugno 2021 come una tappa della storica indagine di fine anno, sono state aggiornate dal Sole 24 Ore per raccontare come è cambiata la mappa del benessere in base alle “risposte” dei territori alle esigenze specifiche di tre target generazionali.

Gli indicatori

Confermati 31 indicatori su 36 tra quelli selezionati lo scorso anno per documentare servizi e condizioni di vita. Come new entry debuttano la percentuale di edifici scolastici con mensa tra i 12 parametri che compongono la classifica dei bambini; le imprese che fanno ecommerce tra quelli per i giovani; la presenza di medici specialisti, la dipendenza rispetto alla popolazione in età attiva e i farmaci anti-depressivi tra quelli per gli anziani. Ad ogni parametro è stato assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 1000 a 0. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti.

Le tre province al top

Il quadro generale conferma i divari territoriali su base generazionale. Emergono tre province, ciascuna leader per qualità della vita offerta ad alcune fasce di popolazione. Aosta, ad esempio, si piazza al 1° posto per i bambini, al 6° posto per gli anziani; e scivola al 43° posto, invece, per i giovani. Piacenza, in testa per i giovani, scende al 42° posto per gli anziani e al 75° posto per i bambini. Infine Cagliari, che conquista il primato nel benessere degli anziani, perde posizioni negli altri due indici (21° posto in quello dei bambini e 91° posto per i giovani). L’unica provincia che conquista un posto in tutte le tre top ten è Trento, seguita da Parma che resta sempre tra le prime quindici.

Due regioni in alto

In un momento storico in cui l’allarme natalità è entrato tra le priorità della politica, il Pnrr ha messo al centro donne e giovani e la pandemia ha colpito fortemente gli anziani, diventa evidente che i servizi territoriali a supporto di nuclei familiari possono fare la differenza nel livello di benessere locale e per il futuro dell’Italia. In questo contesto sembrano distinguersi due aree del Paese: la qualità della vita dei bambini premia la Toscana con Arezzo, Siena e Firenze al secondo, terzo e quarto posto; per i giovani, invece, in testa c’è l’Emilia Romagna, che già nel 2021 aveva manifestato la propria leadership in questa classifica (quest’anno il podio è occupato da Piacenza, Ferrara e Ravenna, mentre Forlì e Modena chiudono la top 10 in nona e decima posizione).

Mezzogiorno e grandi città

Mentre ai vertici si incontra il Centro-Nord, sembra che il Sud non sappia stare al passo con le esigenze delle famiglie, soprattutto di quelle con bambini, nonostante si confermi il territorio più giovane e più prolifico in base ad alcuni indicatori demografici (come il tasso di fecondità o l’indice di dipendenza degli anziani). In controtendenza, poi, nella graduatoria degli anziani spiccano alcune province sarde, tra le più longeve del Paese, e per i giovani si distinguono altri territori: certi indicatori - come matrimoni, età media al parto del primo figlio, affitti bassi e progetti imprenditorialità giovanile - trainano nella top 20 Caserta (al 6° posto), Agrigento (15ª), Salerno (16ª) e Vibo Valentia (17ª).

Performance negativa, infine, delle aree metropolitane. Le grandi città sono concentrate nella seconda metà della classifica legata al benessere dei bambini con Milano ad esempio al 60° posto, Roma all’83°; in un Paese con oltre 3 milioni di Neet, inoltre, Milano (92ª) e Roma (105ª) sono tra i territori in cui i giovani vivono peggio, insieme con altre province “universitarie”, come Perugia (67ª), Pavia (71ª), Pisa (86ª), Venezia (102ª).