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Reclutamento Pa, domande boom per il bando Pnrr ma dominano i giuristi

Numero decisamente più ridotto di adesioni fra i potenziali informatici, ingegneri e statistici

di Gianni Trovati

Il bando per reclutare i 500 tecnici che animeranno il cuore della macchina del Recovery Plan fa il pieno di domande. Ma mentre cerca più economisti incontra più giuristi; e raccoglie un numero decisamente più ridotto di adesioni fra i potenziali informatici, ingegneri e statistici.

I numeri del censimento sul concorso centrale per la governance del Pnrr, pubblicato ieri sul portale governativo dedicato al Recovery «Italiadomani», offre una serie di segnali incoraggianti conditi però dalle conferme sulle platee che continuano a guardare alla Pa con più interesse.

I numeri sono eloquenti. Alla raccolta di candidature, che si è chiusa lunedì, hanno risposto 31.866 persone, età media 36 anni, per un totale di 34mila domande dal momento che era possibile proporsi per più profili. L’interesse per un posto nella Pa, insomma, è alto: posto a tempo determinato, tre anni rinnovabili per altri due in linea con l’orizzonte temporale del Piano, che però apre le porte alla successiva riserva del 40% nei concorsi per le posizioni a tempo indeterminato come previsto dal decreto 80/2021 dedicato appunto al «reclutamento» nella Pa. Perché, e qui arriva il punto cruciale, nella strategia del governo definita sotto la regia del ministro per la Pa Renato Brunetta, le selezioni per i tempi determinati da far lavorare sul Pnrr sono il primo passo del cammino verso una Pubblica amministrazione rinnovata in modo strutturale, e arricchita dai profili tecnici necessari a farla rispondere alle nuove esigenze di investimenti pubblici e di servizi digitali.

E da questo punto di vista le cifre del bando Recovery sembrano in chiaroscuro. Ancora una volta a dominare sono gli aspiranti giuristi, che raccolgono il 42% delle domande (presentate nel 64,2% dei casi da donne) anche se i posti a loro disposizione sono solo il 25% del totale. Più ricca l’offerta per gli economisti, che si disputeranno il 33,6% delle posizioni e hanno presentato il 34,7% delle domande. Ma il disallineamento si fa evidente quando si guarda ai profili più specificamente tecnici: agli statistici, in particolare, è riservato un ruolo chiave soprattutto nell’opera di rendicontazione dei progetti, essenziale per ottenere i fondi comunitari che vengono assegnati a consuntivo, ed è dedicato il 15% delle posizioni messe a bando. Le loro domande, però, coprono solo il 4,5% del totale. Ridotta anche la posizione ricoperta dai tecnici di area informatico-ingegneristica, che rappresenta solo il 18,1% delle candidature (presentate da uomini nel 68% dei casi). La strada verso una Pa più ricca di tecnici, a cui è dedicata in particolare l'area delle «alte professionalità» prevista dalle bozze del nuovo contratto, sembra ancora lunga: anche se le risposte più puntuali, come mostra il caso del concorso Sud, arriveranno dalle idoneità nelle selezioni, scandite dal calendario che sarà pubblicato a breve dal Formez.

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