Personale

Recovery fund, Dadone: piano straordinario per l'assuzione di tecnici nella Pa

La ministra della Pa in audizione alla Camera: servono ingegneri, architetti, geologi e competenze digitali. Poli per i concorsi dagli edifici dismessi

di Mauro Salerno

Un piano straordinario di assunzioni per svecchiare la pubblica amministrazione e prepararla finalmente ad affrontare le sfide tecniche e digitali che le istanze promosse da cittadini e imprese propongono ogni giorno agli uffici pubblici. Lo ha annunciato la ministra per la Pa Fabiana Dadone nel corso di un'audizione sul Recovery fund. Le risorse destinate dall'Europa al rilancio dell'economia messa in ginocchio dalla pandemia saranno utilizzate anche per la creazione di 150 nuovi poli territoriali "ad avanzata tecnologia". In questi centri, distribuiti su tutto il territorio nazionale e che potranno nascere anche dalla riconversione di edifici dismessi, si dovranno tenere i concorsi pubblici su cui si baserà il nuovo piano di assunzioni straordinarie. Con una postilla: l'esperienza di questi mesi spinge nella direzione dello smart working: per questo Dadone e si impegna a far lavorare il personale pubblico " in modalità agile e flessibile quanto più possibile, ove possibile".

Piano straordinario per l' assunzione di tecnici
L'attivazione del Recovery fund europeo "è un'occasione d'oro per reingegnerizzare e rendere efficiente la pubblica amministrazione", ha spiegato la ministra, sottolineando che "bisogna ripensare i modelli di formazione, anche a distanza, del personale pubblico e investire non solo sul personale con competenze giuridico-amministrative, ma sulle competenze tecniche e informatiche". "Viene ripetuto da anni - ha detto Dadone - che la Pa ha bisogno di ingegneri, geologi, architetti e non solo di giuristi. Soprattutto servono competenze utili alla gestione dei finanziamenti europei, che vadano oltre le semplici competenze amministrative". Di qui l'annuncio di "un piano straordinario di assunzioni di personale tecnico e/o di elevata specializzazione, mediante procedure concorsuali gestite dal Dipartimento della Funzione pubblica, a favore di tutte le Pa, con specifiche competenze in ambito digitale e a supporto dell'implementazione delle azioni a valere sul Recovery fund".

La ministra ha fatto anche più volte l'esempio del principio "once only", ovvero la necessità per la Pa di non richiedere più volte a cittadini e imprese un documento di cui è già in possesso. "Se ne parla da anni ma non è mai decollato anche perchè la Pa non è stata dotata degli strumenti necessari". "La semplificazione non deve essere soltanto normativa: dobbiamo reingegnerizzare tutti i percorsi di back office della Pa, ridisegnandoli in formato digitale, in modo da rendere i passaggi più snelli e veloci".

Poli avanzati in tutto il Paese per i concorsi
Con gli investimenti attivabili grazie ai fondi europei la ministra conta anche di realizzare 150 nuove strutture territoriali per tenere i concorsi pubblici da adibire anche a nuovi spazi di formazione e coworking per i dipendenti. Queste strutture definite Poli territoriali avanzati (Pta), saranno "utilizzate, anzitutto, come strutture concorsuali decentrate sul territorio - in ogni Regione - dotate della necessaria infrastruttura tecnologica e della conseguente dotazione informatica volta a consentire lo svolgimento delle procedure di selezione interamente in forma digitale. Ciò - ha aggiunto - in piena coerenza con quanto previsto negli interventi di riforma, nella specifica linea di intervento dedicata al reclutamento: l'emergenza Covid ha fatto emergere con ancora più evidenza la necessità di decentrare le prove concorsuali nazionali, con contestuale predisposizione di sistemi digitali per l'organizzazione di tutto l'iter concorsuale". I nuovi centri "avranno, quindi, primariamente, la funzione di creare spazi ad hoc per l'espletamento di procedure su tutto il territorio, con benefici sia sul piano del risparmio di risorse oggi spese per l'allestimento di grandi sedi uniche, sia su quello del recupero di spazi in disuso individuati nei diversi contesti cittadini". I Pta potranno difatti essere individuati anche mediante accordi con l'Agenzia del Demanio e l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e potranno inoltre "essere usati come poli per il lavoro agile il coworking e la formazione".

A gennaio i piani organizzativi per diffondere il lavoro agile
L'attenzione della ministra si è concentrata sui Piani organizzativi del lavoro agile (Pola), che le Pa sono chiamate "ad elaborare ed approvare a decorrere dal prossimo gennaio". "Attraverso i Pola - ha detto Dadone - vogliamo finanziare l'adeguamento e la fornitura della dotazione strumentale necessaria al Lavoro agile: le varie amministrazioni, nella predisposizione dei piani, potranno contare su risorse destinate a riorganizzare il lavoro in modalità agile, grazie alla mappatura delle attività che possono essere svolte anche non in presenza senza alcun impatto negativo, come ci ha insegnato l'esperienza di questi mesi, in termini di quantità e qualità di erogazione dei servizi, grazie all'acquisto di dispositivi, software, servizi dedicati, grazie alla programmazione di percorsi formativi in ambito digitale e informatico, allo snellimento delle procedure". La Pa, per la ministra, deve poi diventare "attrattiva per i giovani". "Oggi abbiamo poco più̀ del 2% di dipendenti al di sotto dei 34 anni - ha aggiunto -. È del tutto evidente che il primo tassello di questo percorso di riforma della Pa passi per il rilancio del sistema di reclutamento, innalzandone il livello, cambiandone sistemi e modalità". Senza dimenticare, ha concluso, di "motivare e valorizzare chi in questi anni ha lavorato nella Pa".

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