Progettazione

Recovery Plan, Salerno-Reggio e Ponte sullo Stretto: battaglia su fondi e progetti

Enza Bruno Bossio: «Nel Pnrr devono essere indicati con chiarezza il nuovo tracciato con il percorso autostradale che emerge dagli studi di fattibilità di Rfi»

di El&E

Il linguaggio parlamentare va decodificato, ma dietro il punto 48 del parere approvato dalla commissione Trasporti della Camera sul Recovery Plan c’è un avvertimento al governo sull’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, che il vecchio Pnrr del governo Conte 2 considerava l’opera fondamentale dell’intero piano infrastrutturale (missione 3) e che - per quanto si capisce - tale dovrebbe restare con il governo Draghi. Non solo, il successivo punto 50 reclama che il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, invii «subito» in Parlamento il documento conclusivo della commissione sullo Stretto di Messina.

A dispetto del linguaggio, è il punto sulla Salerno-Reggio quello più critico. Anzitutto, si ricorda che si è in attesa dello studio di fattibilità finanziato a Rfi da una legge statale (e che andava presentato entro lo scorso febbraio). Inoltre, occorre «capire quanto e cosa di questo progetto sarà finanziato con il Pnrr», mentre «è necessario ribadire che i lotti successivi dell’opera devono essere garantiti attraverso altri strumenti finanziari della programmazione italiana ed europea, prevedendo il completamento entro il 2030». Traduce la deputata Pd, Enza Bruno Bossio, calabrese, che della Salerno-Reggio sta facendo una battaglia politica: «Nel Pnrr devono essere indicati con chiarezza il nuovo tracciato con il percorso autostradale che emerge dagli studi di fattibilità di Rfi e il finanziamento per tutta l’opera che consenta di concluderla entro il 2030. Il governo dovrà tener conto di questa posizione espressa dal parere nel riscrivere il Pnrr».

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