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Relazioni sindacali a prova di lavoro agile

Il decreto appena pubblicato in Gazzetta prevede che fino al 31 dicembre non sia richiesto l'accordo individuale

di Consuelo Ziggiotto e Davide d'Alfonso

La disciplina delle relazioni sindacali introdotta dal contratto 21 maggio 2018 è integralmente innovativa e azzera tutte le previgenti disposizioni in materia. Così l'Aran si esprime in un conciso parere, il CFL 104, nel quale rammenta la chiara formulazione dell'articolo 3, comma 7, del contratto 21 maggio 2018, laddove dispone che «Le clausole del presente titolo sostituiscono integralmente tutte le disposizioni in materia di relazioni sindacali previste nei precedenti CCNL, le quali sono pertanto disapplicate».

Il parere è attuale, perché molte sono le amministrazioni che hanno ancora dubbi sulla necessità di garantire istituti ormai soppressi quali la concertazione in ambiti nei quali, precedenti contratti, l'avevano prevista. Il riferimento, oggi, è unicamente ai modelli relazionali di cui all'articolo 3 del contratto (confronto, contrattazione) e alle materie di cui ai successivi articoli 5 e 7, assumendo l'informazione come logico presupposto.

Ciò che non trova spazio in quella sede non può considerarsi oggetto di relazione sindacale.

Appare invece sospesa la partita del lavoro agile, tema rilevantissimo che, tra emergenza e prospettive future, è oggetto di crescenti richieste di partecipazione da parte delle organizzazioni sindacali.

Comandano, ancora, disposizioni derogatorie alla norma quadro, e lo smart working resta ancorato, innanzitutto, al suo ruolo di supporto al contenimento epidemiologico. Così lo strumento sembra sfuggire alla regolazione di quanto invocato dai sindacati, le cui aspettative nascono, va detto, da accadimenti recenti.

Alle spalle, accenni a un futuro "confronto" sul tema, inseriti nel protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro, siglato dal Ministro per la Pa e dalle parti sindacali il 24 luglio.

All'orizzonte, la nuova formulazione dell'articolo 14 della legge 124/2015, modificato in sede di conversione del decreto Rilancio, che dispone che le amministrazioni pubbliche redigono il Piano organizzativo del lavoro agile (POLA) «sentite le organizzazioni sindacali».

Nel presente, il parziale passo indietro segnato nell'ambito del decreto ministeriale 19 ottobre 2020, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 ottobre 2020 n. 268 laddove si legge, all'articolo 7, che le amministrazioni potranno, non prefigurandosi però un dovere, attivare il confronto con i soggetti sindacali nel rispetto della disciplina contrattuale vigente e in base al protocollo del 24 luglio. Difficile individuare un punto fermo muovendo da assunti scarsamente coerenti, con un contratto che non indica tra le materie oggetto di confronto il lavoro agile e un protocollo che invita espressamente le amministrazioni ad attivare il confronto anche al fine di garantire la coerente applicazione degli istituti del rapporto di lavoro previsti dai contratti vigenti alle attività smartizzabili.

Sullo sfondo permane la necessità di raccordare il tutto al contratto, alla cui cogenza l'Aran nel suo parere rimanda. Contratto collettivo che ragiona di smart working solo nell'ambito della disciplina dell'organismo paritetico, organo in cui si attivano stabilmente relazioni aperte e collaborative sui progetti di organizzazione e innovazione anche con riferimento al lavoro agile.

Schiettamente avverso, ad oggi, il quadro normativo. La legge 81/2017, riferimento regolativo della fattispecie, ricollega a un accordo individuale, e non al contratto, la disciplina del lavoro agile. Il decreto legislativo 165/2001, per parte sua, da un lato riserva alla contrattazione collettiva l'individuazione delle materie oggetto di relazioni sindacali; dall'altro dispone chiaramente, con l'articolo 40, che sono escluse dalla contrattazione collettiva le materie attinenti all'organizzazione degli uffici, alle quali lo smart working sembra piuttosto chiaramente ricondursi.

I segnali lanciati dal governo lasciano intendere la volontà di individuare spazi per relazioni sindacali dove non sembra che attualmente ve ne siano. Se così fosse il percorso è tutto da costruire.

Visto l'avvicinarsi del debutto ufficiale, insomma, urgono chiarimenti sullo spartito.

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