Fisco e contabilità

Addizionali, entro il 31 marzo regolamenti da rifare

Per gli enti che applicano aliquote differenziate, la modifica dell'imposta ha ricadute dirette anche sul gettito

di Alessandro Festa ed Elena Masini

La revisione degli scaglioni dell'addizionale Irpef (con riduzione da cinque a quattro) introdotta a partire dal 1° gennaio 2022 dalla legge 234/2021 con lo scopo di ridurre il carico fiscale sulle persone fisiche potrebbe avere conseguenze anche sull'addizionale comunale. Per questo motivo il comma 7 dell'articolo unico della legge di bilancio 2022 consente ai Comuni, entro il 31 di marzo, di aggiornare i regolamenti per conformarsi alle nuove disposizioni. Vediamo cosa cambia e per chi.

Comuni con addizionale ad aliquota unica
Per i Comuni che hanno introdotto l'addizionale comunale all'Irpef con applicazione di un'unica aliquota, nulla cambia perché la modifica degli scaglioni non ha ricadute sull'imposizione fiscale, che resta confermata nella % prestabilita. In questo caso l'adeguamento del regolamento ha finalità puramente "formali" per recepire i nuovi scaglioni ma non incide sulla quantificazione del gettito.

Comuni con addizionale ad aliquota differenziata
Per i Comuni che, invece, hanno introdotto l'addizionale comunale all'Irpef applicando aliquote differenziate per ciascuna fascia di reddito, la revisione dell'imposta ha ricadute dirette anche sul gettito appannaggio dell'ente. Perché ovviamente la soppressione di uno scaglione e la modifica delle fasce di reddito degli scaglioni medio-alti implica di conseguenza la necessità di modificare le aliquote già approvate. Nell'aggiornare scaglioni ed aliquote, i Comuni si trovano anche di fronte alla necessità di garantire l'invarianza di gettito così da salvaguardare gli equilibri di bilancio. Per raggiungere tale obiettivo è opportuno che ciascun ente, tramite l'area riservata del Portale del federalismo (percorso: I miei servizi/Analisi statistiche/Dichiarazioni dei redditi, Iva e Irap), estrapoli la composizione dei redditi ai fini Irpef (ultimo anno disponibile è il 2019) ed effettui simulazioni che accorpino i vari redditi nelle nuove quattro fasce e per ciascuna fascia venga ipotizzata una nuova aliquota che dovrà rispettare il criterio di diversificazione e progressività da tempo chiarito dal Dipartimento delle finanze.
Se ad esempio un ente aveva approvato aliquote dell'addizionale dello 0,5% per lo scaglione da 28.000 a 55.000 euro, dello 0,6% per lo scaglione da 55.001 a 75.000 euro e dello 0,7% per lo scaglione sopra i 75.000 euro, ora potrà applicare l'aliquota dello 0,5% per lo scaglione da 28.001 a 50.000 euro e dello 0,63% per lo scaglione sopra i 50.000 euro. L'entità dell'aumento dell'aliquota sull'ultimo scaglione dipende dall'ammontare dei redditi imponibili che si collocano in questa nuova ultima fascia. Ovviamente l'ente potrà decidere anche di lasciare all'ultima fascia l'aliquota che prima apparteneva alla 4 fascia, sapendo tuttavia che così facendo perderà del gettito. Perdita che per i comuni che accertano per competenza impatterà già sul 2022 mentre per gli enti che accertano per cassa si riverbererà principalmente dal 2023.
Ricordiamo che la modifica delle aliquote e degli scaglioni deve avvenire tramite una delibera di natura regolamentare sulla quale deve essere acquisito il parere dell'organo di revisione, previa adeguata istruttoria tecnica del responsabile finanziario. La delibera, una volta approvata, dovrà essere trasmessa al Dipartimento delle finanze per la relativa pubblicazione sul sito, entro e non oltre il 14 ottobre 2022.

L'effetto delle nuove detrazioni
La riforma dell'Irpef prevista dalla legge 234/2021, ha modificato in maniera strutturale anche le detrazioni d'imposta. Questa modifica potrebbe generare un potenziale minor gettito di addizionale comunale all'Irpef, in quanto, secondo l'articolo 1, comma 4, del Dlgs 360/1998, essere soggetto passivo Irpef è presupposto soggettivo dell'addizionale comunale e, quindi, una nuova platea che potenzialmente potrà rientrare nella nuova «no tax area» potrebbe essere esclusa dall'applicazione dell'addizionale.

Cosa cambia per i contribuenti
Per il 2022 nulla cambia per i contribuenti perché, oltre a corrispondere il saldo dell'addizionale dovuta per il 2021, gli stessi dovranno versare il 30% dell'acconto determinato sulla base dei redditi e delle aliquote 2021. L'eventuale maggiore addizionale versata in acconto, per i lavoratori dipendenti, sarà conguagliata con le retribuzioni del mese di dicembre.

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