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Riciclo inerti, Ance e Confindustria Lombardia: modificare il regolamento Mite sull'end of waste

I presidenti Pavoni (Ance) e Buzzella (Confindustria): correggere lo schema di decreto prima che si emanato dal ministero

di M.Fr.

L'associazione regionale lombarda di Ance e di Confindustria vanno in pressing sul ministro Cingolani per modificare il regolamento del ministero della Transizione ecologica sull'end of waste. La regione ha infatti il primato nazionale nella produzione di inerti di riciclo che in base alle regole del Mite - attualmente all'esame della Commissione europea - non hanno i requisiti per essere riutilizzati e sono pertanto esclusi dalla "circolarità". Le imprese lombarde parlano di «15 milioni di tonnellate di inerti da costruzione che rischiano di finire in discarica» a causa di «numerose criticità» che si chiede di rimuovere.

Su questo giornale il presidente dell'Anpar, Paolo Barberi, aveva spiegato (nell'articolo dello scorso 14 aprile) alcune di queste criticità, e in particolare quella che stabilisce le concentrazioni limite di amianto, idrocarburi aromatici e aromatici policiclici nell'aggregato recuperato, parificandolo di fatto a un suolo da bonificare. Avere reso più severi questi valori limite per gli inerti - stima Barbieri - produce come conseguenza di «passare da un livello di riciclaggio di circa il 78% a un livello di riciclaggio che probabilmente non supererà il 10%».

Identico allarme arriva appunto dal sistema imprenditoriale della Lombardia, «che da sola - ricordano Ance e Confindustria - conta più del 20% dei rifiuti inerti prodotti in Italia e che allo stesso tempo rappresenta la regione più virtuosa in termini di percentuale di materia recuperata (circa il 93%)». Per questo la Lombardia sarebbe «la regione più danneggiata dall'applicazione del decreto, qualora non si intervenisse per tempo con delle precise misure correttive, riconducibili alle prassi già utilizzate da alcune Province e alla normativa in vigore in altri paesi come Francia, Belgio e Olanda».

«Se ci basiamo sugli ultimi dati nazionali e regionali di produzione e trattamento rifiuti da costruzione e demolizione in Lombardia, pari a circa 15 milioni di tonnellate all'anno - spiega il presidente di Ance Lombardia Tiziano Pavoni - ben emerge la preoccupazione delle imprese – dichiara Pavoni – in quanto alcuni milioni di tonnellate di inerti, dalla prossima estate, verosimilmente rischiano di essere conferiti in discarica». «Allo stesso tempo - prosegue Pavoni - ci preoccupa il fatto che le discariche di inerti lombarde possano non avere capienza residua sufficiente per soddisfare l'esigenza di conferimento di tali quantitativi di rifiuti. Questo significherebbe dover anche ricalcolare i volumi di materiale naturale di cava estraibili sul territorio, necessari, in assenza di aggregati riciclati (quali prodotti alternativi, sostenibili e certificati), alla realizzazione di opere pubbliche e private».

«Risulta quindi necessario - conclude Pavoni insieme al presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella - intervenire urgentemente, coinvolgendo anche le Regioni che da anni trattano queste tematiche, per risolvere le numerose criticità del regolamento End of Waste prima che sia emanato dal Mite, perché se no si rischia seriamente di bloccare il settore dell'edilizia e del riciclaggio dei rifiuti più impegnato nell'economia circolare: è importante che le regole si basino sulle evidenze scientifiche attuali e non su riferimenti storici ormai superati anche dalle evoluzioni tecnologiche, auspichiamo che le aperture che stiamo registrando in questi ultimi giorni vadano nella giusta direzione».

L'appello delle imprese incassa per ora il sostegno della regione. L'assessore all'Ambiente della Lombardia Raffaele Cattaneo afferma che «Confindustria e Ance hanno ragione: il problema è serio perché le nuove regole rischiano di bloccare l'economia circolare in edilizia». «In queste settimane - ricorda l'assessore - abbiamo coinvolto le altre Regioni in una posizione unitaria di tutti gli assessori all'ambiente che chiede una revisione del testo e sono personalmente intervenuto con il ministro Cingolani affinché corregga il decreto».«Con le regole attuali infatti - ammette l'assessore - saremmo costretti a riaprire le discariche per inerti e buttare lì anche il 50% degli aggregati riciclati già prodotti. Esattamente il contrario dell'economia circolare»

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