Appalti

Ricorsi, la classifica dei Tar: Reggio Calabria tra i più veloci, Milano tra i più lenti

La relazione sull'attività della giustizia amministrativa. A Roma il record di giudizi pendenti. Scende l'arretrato

immagine non disponibile

di Mauro Salerno

Vanno più veloci Reggio Calabria che Milano, Palermo che Aosta o Bolzano. Roma detiene il record dei giudizi pendenti con 46.287 ricorsi in attesa di definizione, mentre a livello generale la produttività dei tribunali amministrativi, incluso il Consiglio di Stato, è aumentata al punto di far segnare un significativo calo degli arretrati . I dati arrivano dalla relazione annuale sull'attività della giustizia amministrativa per il 2020 presentata dal presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi. Una messe di informazioni in cui non mancano le sorprese. Soprattutto nel campo degli appalti, il terreno su cui si consumano la maggior parte delle contese tra imprenditori che arrivano dalle aule dei Tar fino a Palazzo Spada.

La classifica dei Tar
La prima sorpresa arriva dando un occhio ai tempi medi di gestione delle pratiche. Sarà anche vero, come sottolinea Patroni Griffi, che i tempi medi di definizione dei ricorsi in materia di appalti sono diventati «particolarmente bassi», soprattutto in appello: 182 giorni di media (più o meno sei mesi) considerando i 186 giorni impiegati dal Consiglio di Stato e i 149 medi del Consiglio di giustizia amministrativa della Regione Sicilia (Cgasr). Ma in questo caso l'equazione Nord efficiente, Sud lumaca, che vale in molti altri segmenti dell'economia e della burocrazia italiana, non funziona in modo così automatico.

Prendiamo i dati di definzione dei giudizi cautelari (le cosiddette «sospensive») negli appalti. È vero che il Tar più rapido risulta essere Bolzano (con 18 giorni medi), ma è altrettanto vero che quello più lento (48 giorni) si trova ad Aosta. Tra i Tar più rapidi a valutare le richieste di sospensiva ci sono invece Perugia (21 giorni) e poi Reggio Calabria, L'Aquila e Trento con 22. Bisogna aspettare quasi il doppio invece a Campobasso (44 giorni) e va solo un po' meglio a Palermo (40 giorni), Parma, Roma e Catania con 34 giorni.

In media i tempi di gestione delle sospensive nei Tar si aggirano intorno ai 30 giorni: un dato rimasto stabile negli ultimi anni (erano 31 giorni nel 2016) . Ha invece accelerato il Consiglio di Stato, passato dai 63 giorni del 2016 ai 43 del 2020 (dato leggermente più alto del 2019, probabilmente a causa della pandemia).

Allargando lo sguardo al tempo complessivo di definizione delle controversie si scopre che dietro i "primatisti" Trieste (59 giorni) e Trento (60) si piazzano Reggio Calabria, con un tempo medio di 73 giorni, e Palermo con 77. Molto più lenti risultano i tribunali di Aosta (161 giorni), Bolzano (147), Lecce (139) e Milano (133). I dati complessivi dicono che in media un giudizio di primo grado nel settore degli appalti arriva in 113 giorni.

Scende il numero dei ricorsi (e dell'arretrato)
Note positive emergono dall'andamento dei ricorsi e della gestione dell'arretrato. Il numero dei ricorsi piovuti su Palazzo Spada è rimasto più o meno stabile (10.163 nel 2020 contro 10.100 nel 2016). È invece aumentato il numero di quelli condotti a termine 11.811 contro 9.858: un'aumento di produttività che si spiega anche con l'avvento del processo telematico e con l'uso delle sentenze in forma semplificata. «Quest'anno - ha sottolineato Patroni Griffi - non solo non si è formato ulteriore arretrato, ma, grazie alla definizione nel 2020 di 13.221 appelli, si è assistito ad un calo delle pendenze, che risultano pari a 24.161 affari (pari alla somma tra i 22.696 ricorsi pendenti al 31 dicembre 2020 presso le Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato e i 1.465 ricorsi pendenti al 31 dicembre 2020 presso la Sezione giurisdizionale del Consiglio di Giustizia della Regione Siciliana) e a 131.937 in primo grado».

Nel 2020 i Tar sono stati investiti da 42.049 ricorsi. Un numero alto, certo, ma decisamente in calo rispetto ai 54.565 del 2016. Segno che- pandemia a parte - le strategie anti-contenzioso messe in campo negli ultimi anni qualche effetto, pur non risolutivo, l'hanno prodotto. Il record dell''arretrato spetta al Tar di Roma che si trova con 46.287 giudizi pendenti. Per avere un'idea della dimensione del carico basta pensare che al secondo posto si trova Napoli, dove però le cause da affrontare sono 13.095.

Eppure anche a Roma quest'anno l'arretrato è sceso (-6,9%), più o meno in linea con la tendenza generale sottolineata da Patroni Griffi (-9,7% la media di tutti i Tar). In positivo si segnalano Catania (-35,8%) , Trieste (-36,9%) e Potenza (-20,5%), In negativo Aosta (+37,5%, ma a partire da numeri assoluti davvero poco significativi), Pescara (+28,8%) e Lecce (+9,8%). A Milano la sforbiciata è stata del 9 per cento. Nell'anno del Covid, ha sottolineato Patroni Griffi, Tar e Consiglio di Stato non sono mai finiti in lockdown.


Per saperne di piùRiproduzione riservata ©