Urbanistica

Rischio idrogeologico, sbloccati 220 milioni per gli interventi regionali (33 milioni riservati alla progettazione)

Registrato dalla Corte dei Conti il Dpcm del 18 giugno che ripartisce i fondi tra gli enti territoriali

di Massimo Frontera

Si sbloccano oltre 220 milioni di euro di fondi della presidenza del Consiglio destinati alla realizzazione di interventi per contrastare il rischio idrogeologico. Ne dà notizia il dipartimento Casa Italia, comunicando che il decreto che ripartisce i fondi tra le regioni, firmato il 18 giugno dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, è stato registrato dalla Corte dei Conti il 29 luglio.

I fondi - pari esattamente a 220.228.324 - sono in capo al dipartimento guidato da Elisa Grande e serviranno a realizzare interventi per il recupero e miglioramento della «funzionalità idraulica dei reticoli idrografici, con particolare riferimento ad interventi in aree particolarmente vulnerabili per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità e dei beni e delle attività produttive». A realizzare gli interventi saranno i presidenti di Regione, in qualità di commissari straordinari. La tabella del riparto regionale indica anche la quota del 15% riservata al finanziamento delle progettazioni.

Gli elenchi degli interventi selezionati (in base a una griglia di priorità indicate nel Dpcm) vanno predisposti entro un mese dalla registrazione del decreto da parte della Corte dei Conti (cioè entro fine agosto). Entro i successivi 60 giorni le Autorità di bacino danno il loro parere, in caso contrario il Dipartimento nomina un commissario ad acta. Se il parere è favorevole gli elenchi vengono approvati e inviati a Palazzo Chigi, con la descrizione tecnica. A questo punto i commissari inviano le richieste di finanziamento al Dipartimento Casa Italia e attuano l'intervento.

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