Fisco e contabilità

Riscossione, ok alla gestione dei servizi a canone fisso

Ifel conferma che non contrasta con il divieto per il concessionario di riscuotere direttamente le entrate comunali

di Giuseppe Debenedetto

La possibilità di affidamento del servizio a canone fisso non contrasta con la disciplina che vieta al concessionario di riscuotere direttamente le entrate comunali imponendo il versamento sul conto corrente di tesoreria comunale.

Lo ha chiarito l'Ifel (fondazione Anci) con una nota del 25 febbraio 2021, emessa a seguito di numerose richieste pervenute soprattutto da piccoli Comuni che hanno in corso contratti di affidamento del servizio di accertamento e riscossione con la formula del «canone fisso», in luogo della remunerazione basata ad aggio.

Si tratta di una questione sorta con l'introduzione dell'articolo 2-bis del Dl 193/2016 che vieta qualsiasi maneggio di denaro pubblico per i concessionari, destinata a riproporsi con l'istituzione del nuovo canone unico patrimoniale la cui disciplina (comma 835 della legge 160/2019) richiama proprio il citato articolo 2-bis. Disposizione applicabile solo per le entrate spettanti all'ente locale e da riversare allo stesso, non anche nel caso di entrate proprie del soggetto affidatario.

Infatti, nel caso della concessione del prelievo sulla pubblicità (o di altre fattispecie analoghe) a fronte di un canone fisso annuale anziché ad aggio, l'incasso del concessionario non costituisce maneggio di denaro pubblico, ma si configura piuttosto quale incasso diretto del corrispettivo devoluto contrattualmente a fronte dell'attività eseguita in forza della concessione.

Questa argomentazione, chiarisce l'Ifel, non trova ostacolo neppure nell'articolo 53 comma 1, del Dlgs 446/1997 che esclude le attività di «incasso diretto» dal novero delle attività di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi e delle entrate degli enti locali. Il divieto non può intendersi riferito a somme di spettanza del concessionario nell'ipotesi di affidamento a «canone fisso» e non ad aggio sul riscosso, perché, come detto, si tratta di somme non destinate a essere riversate all'ente locale.

In conclusione, il mutato quadro normativo non compromette la possibilità di affidamento delle entrate a canone fisso, tipico delle piccole realtà comunali.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©