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Risso (Confindustria Genova): «Opere e Pnrr centrali per la città, aprire un confronto sul porto»

La farraginosità della classe politica continua a frenare tutto

di Raul de Forcade

Meno parole e più fatti. È questo, in sintesi, il messaggio che Umberto Risso, presidente di Confindustria Genova, lancia alla classe politica nazionale in vista delle prossime elezioni. Dopo l'interruzione, che definisce "assurda" del Governo Draghi, il numero uno degli imprenditori genovesi sottolinea che l'Italia «deve riconquistare la credibilità interna e quella internazionale che si era assicurata grazie alla presenza di Draghi. E questo si può fare realizzando davvero delle cose, non parlando di obiettivi o illustrando programmi politici che poi non verranno attuati. Bisogna che la politica smetta di ripetere, ad ogni tornata elettorale, che occorre fermare la destra oppure la sinistra: così si commette sempre lo stesso errore».In questo senso, secondo Risso, «l'esempio di Genova è indicativo: il sindaco Bucci ha vinto le elezioni ed è stato riconfermato perché ha fatto molto, essendo, peraltro, tutto meno che un politico.

Ovviamente anche la costruzione del viadotto San Giorgio (realizzato in due anni, al posto del Morandi, crollato il 14 agosto 2018, ndr) ha pesato moltissimo. Può darsi che se la classe politica si muovesse così anche a livello nazionale, ci sarebbe meno astensione alle urne. Insomma, il fare premia e ci aspettiamo che quanti andranno al nuovo Governo, appunto, facciano. A maggior ragione ora che ci sono anche i finanziamenti, grazie al Pnrr».Per quanto riguarda Genova, in particolare, Risso, come hanno fatto i politici (si veda articolo a fianco), punta l'attenzione soprattutto sulle opere infrastrutturali. «In città – dice – avevamo cominciato a coinvolgere un po' tutti sulla questione della Gronda ma la farraginosità della classe politica continua a frenare tutto. Eppure bisogna anche lavorare alla messa a terra del Pnrr».Altra opera centrale per Genova, secondo Risso, è la nuova diga foranea del porto; la gara per assegnarne la costruzione, in prima battuta, è andata deserta. Poi, il 26 luglio, sono arrivate due offerte, una dal consorzio di cui è capofila Webuild (con Fincantieri, Fincosit e Sidra) e l'altra dal consorzio Eteria (con Gavio, Caltagirone, Acciona e Rcm). «In quel caso – dice Risso – ha reagito bene il presidente dell'Autorità di sistema portuale, Paolo Emilio Signorini, che ha lavorato per accelerare al massimo la ripresentazione della gara».

Sulla diga, peraltro, Confindustria Genova aveva espresso una posizione non esattamente in linea col progetto messo a punto dall'Adsp e dalle istituzioni genovesi. «In effetti – afferma Risso – abbiamo proposto che si elimini il doppio ingresso, previsto nel progetto, che divide il percorso delle navi passeggeri da quello dei cargo. Abbiamo pensato a una soluzione con un ingresso unico, più largo, in grado di valorizzare l'area delle riparazioni navali, che si trova proprio all'imbocco del porto. Ma riteniamo che, intanto, il progetto debba partire e questa sia un'eventuale modifica da fare in corso d'opera. E immagino che ce ne saranno altre: nelle grandi opere è normale che succeda».La proposta di Confindustria Genova sulla diga è contenuta, ricorda Risso, «in un position paper che abbiamo presentato, con le nostre idee per lo scalo della Lanterna, e che ci conduce diretti al nuovo piano regolatore portuale. È necessario che, su questo, si apra un tavolo di confronto con le imprese del porto. Intanto stiamo preparando un nuovo position paper sull'energia, con l'obiettivo di dare un contributo collaborativo alla Regione Liguria per il piano energetico, la cui applicazione è in ritardo».

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