Progettazione

Roma, Libeskind al vertice della giuria nel concorso per il museo della Scienza

Oltre 70 i progetti in gara nella competizione per trasformare le ex Caserme di via Guido Reni di fronte al Maxxi

di El. & E.

Sarà Daniel Libeskind, una delle archistar più famose del mondo, il presidente della giuria che sceglierà il progetto del futuro Museo della Scienza di Roma, alle ex caserme di via Guido Reni. Ad annunciarlo è stato oggi il sindaco Roberto Gualtieri: «E' un gigante dell'architettura mondiale, una grande soddisfazione: quando l'ho incontrato in Campidoglio nelle scorse settimane non pensavo di ricevere una risposta così immediata ed entusiasta».

Il maestro americano, già autore del Museo ebraico di Berlino e del World Trade Center di New York - ma anche la firma delle famose 'torri' del mai realizzato stadio di Tor di Valle - è il secondo nome eccellente coinvolto nel progetto, dopo quello del Nobel Giorgio Parisi, presidente del Comitato scientifico. Una squadra che «è la migliore garanzia - ha aggiunto Gualtieri - dell'assoluta qualità tecnica con la quale questo progetto, atteso dalla città da troppo tempo, sta proseguendo il suo iter».

Di un Museo della Scienza a Roma in effetti si parla da decenni, perfino dai tempi di Quintino Sella, e più sindaci hanno lavorato per arrivare all'obiettivo, finora senza riuscirci. Lo scorso novembre fu presentato dall'attuale amministrazione il bando internazionale da 75 milioni di investimento. La fonte principale è il contributo straordinario di Cassa Depositi e Prestiti per la valorizzazione dell'ambito di via Guido Reni, per 53 milioni; gli altri sono da trovare con altri finanziamenti.

La superficie, fu spiegato allora, sarà di oltre 19.000 mq (compresi spazi di servizio, spazi verdi e serre e terrazza della caffetteria), di cui 9.000 per spazi espositivi e 1.100 mq di spazi per la ricerca. «Le strutture - aveva detto allora Gualtieri - dovranno essere sostenibili e soddisfare i requisiti energetici più restrittivi. Vogliamo posare la prima pietra agli inizi del 2025». Ora l'iter si articola in due fasi: la prima è «l'acquisizione di proposte ideative» ed è terminata il 23 gennaio scorso con la presentazione di 70 proposte progettuali.

Saranno dunque selezionati entro la fine di marzo i cinque finalisti ammessi alla seconda fase, questa invece "finalizzata all'acquisizione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica", scelto tra le proposte dei cinque selezionati nella prima fase. Questa 'fase 2' si completerà entro la fine di luglio 2023. Secondo i calcoli del Comune si ritiene di poter completare la progettazione, la gara d'appalto, l'assegnazione e la realizzazione dell'opera entro fine 2026, massimo metà del 2027.

Della giuria presieduta da Libeskind faranno parte Benedetta Tagliabue, che ha firmato opere come il Parc Diagonal Mar a Barcellona e il Parlamento scozzese, l'olandese Fokke Moerel, socia dello studio Mvrdv di Rotterdam e il docente universitario Alessandro D'Onofrio, peraltro curatore della sezione architettura del museo 'dirimpettaio', il Maxxi. Con loro il direttore del dipartimento di Coordinamento Sviluppo Infrastrutture Manutenzioni Urbane di Roma Capitale Ernesto Dello Vicario.

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