Appalti

Sblocca-cantieri/1. Bocciata in Senato la riserva di appalti alle Pmi locali

di Mauro Salerno

Contrari ai principi di uguaglianza, libertà economica e concorrenza. Arriva una prima bocciatura per gli emendamenti presentati da maggioranza (Lega) e partiti di opposizione con l'obiettivo di creare una riserva di appalti destinati alle piccole e medie imprese locali. Guardando all'emendamento presentato dalla Lega (gli altri prevedono comunque misure analoghe) l'obiettivo sarebbe quello di riservare una quota del 50% dei bandi di gara - di valore inferiore alla soglia Ue di 5,5 milioni e senza interesse transfrontaliero - alle piccole e medie imprese con sede nel territorio regionale.

Non è la prima volta che in Parlamento si fa strada una proposta di questo genere. Anche in passato sono state avanzate - da altri governi e diverse maggioranze - proposte simili che si sono viste sempre viste la strada sbarrata dalla necessità di rispettare i principi di libertà economica e concorrenza.

Anche questa volta non è andata diversamente. In questo caso (probabilmente grazie all'idea di includere nella riserva solo i piccoli appalti privi interesse trasnfrontaliero) la commissione Politiche Ue non si è messa di traverso, ma a dire di no è stata la commissione Affari Costituzionali del Senato.

Nel parere sul decreto Sblocca-cantieri, la prima commissione di Palazzo Madama ha infatti rilevato che l'emendamento presentato dalla Lega (prima firmataria Simona Pergreffi), va bocciato proprio nel punto in cui propone la riserva di appalti alle Pmi, perché «nello stabilire una riserva di partecipazione alle imprese che abbiano sede legale e operativa in un determinato territorio, non appare compatibile con il principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione e con il principio della libertà di iniziativa economica, nonché della libera concorrenza, di cui all'articolo 41 della Costituzione».

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