Imprese

Sbloccati i fondi per oltre mezzo miliardo per completare il Mose, ma le imprese protestano: crediti non pagati per 26 milioni

Incontro - infruttuoso - degli impiantisti con il commissario liquidatore di Consorzio Venezia Nuova e Comar

di M.Fr.

Nel giorno in cui il governo - attraverso il Cipess - sblocca l'utilizzo oltre mezzo miliardo di euro (esattamente 538,42 milioni)per completare il Mose di Venezia, le imprese che in quest'ultimo anno e mezzo hanno lavorato - sotto la "frusta" del commissario Spitz - per completare consentire l'operatività dell'impianto, fanno sentire la loro voce a tutte le autorità coinvolte - statali e locali - per la possibilità, che vedono concretizzarsi, di non rientrare dei loro crediti, quantificati in oltre 26 milioni di euro.

Le imprese impiantistiche che hanno realizzato il Mose di Venezia accolgono «con profonda contrarietà e rammarico la proposta di rinunciare ai loro crediti, derivanti da lavori regolarmente eseguiti e certificati e da fatture regolarmente emesse», affermano in un comunicato sottoscritto da alcuni operatori coinvolti nei contratti con Comar (braccio operativo del Consorzio Venezia Nuova - Cvn). Le imprese affermano che il commissario liquidatore di Comar e Cvn nell'ultima riunione con gli operatori ha appunto prospettato loro la rinuncia ai crediti, sia pure parziale. Si tratta delle imprese Siram, in associazione con Pederzani Impianti, Sirti, Abb in associazione con Imprese Del Fiume e Comes, Del Bo, e Mati Sud. Le imprese affermano che nel corso del 2020 e 2021 il ritmo dei lavori è aumentato, permettendo a Cvn e Comar «di incassare ingenti somme dal Provveditorato». Somme che però «non sono state mai corrisposte alle imprese come previsto contrattualmente».

I soldi incassati da Cvn e Comar, sostengono gli operatori, sarebbero stati «utilizzati viceversa per altre partite». Le imprese riferiscono inoltre che le due lettere inviate il 14 maggio e il 27 maggio a tutti gli organi istituzionali per chiedere soluzioni (Mims, Provveditorato, commissario Straordinario per il Mose, commissario liquidatore, Regione Veneto, Sindaco di Venezia e Prefetto) non hanno avuto riscontro. «È incomprensibile che, dopo gli annunci, anche politici, che nell'ultimo periodo hanno confermato come i fondi per completare il Mose siano disponibili, non si voglia onorare i crediti delle imprese che stanno lavorando e che dovrebbero portare a termine l'opera», concludono le imprese.

Quanto ai fondi sbloccati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (con un provvedimento che attende la registrazione della Corte dei Conti), si tratta di risparmi derivanti da minori oneri finanziari. Più esattamente sono risparmi che derivano dai minori costi sui mutui contratti dal Consorzio Venezia Nuova con la Banca europea per gli investimenti (Bei) e con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). «Grazie a questa operazione - ha detto il ministro Giovannini - si accelera il completamento di un'opera necessaria per la città e per l'area circostante, senza aumentarne i costi».

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