Amministratori

Consiglio comunale sciolto per mafia, accesso agli «atti segreti» solo dopo 15 anni

Il documento va conservato con accorgimenti che ne impediscano la manipolazione

di Pietro Alessio Palumbo

Pervenuta una istanza di accesso agli atti di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni criminali, l'amministrazione è chiamata a distinguere se gli atti in questione siano coperti da «segreto di Stato»; se si tratti di atti classificati come «riservati»; se l'accesso sia vietato sulla base della storica legge sul diritto d'accesso del 1990. Il Consiglio di Stato con il parere 545/2021 ha chiarito che nel primo caso l'amministrazione potrà porre i documenti a conoscenza esclusiva delle autorità chiamate a svolgere funzioni essenziali rispetto a essi, e comunque nei limiti dei rispettivi compiti; nel secondo caso l'amministrazione dovrà mettere gli atti a disposizione dell'autorità giudiziaria che ne abbia fatto richiesta, spettando a quest'ultima la conservazione con modalità che ne tutelino la riservatezza garantendo alle parti la visione senza copia. Nel terzo caso l'amministrazione dovrà distinguere tra accesso partecipativo da escludersi, e accesso difensivo da ritenersi invece ammissibile. Mai consentito è infine l'accesso «generalizzato» (Foia).

Lo scioglimento del consiglio per condizionamento mafioso
Il procedimento di scioglimento del consiglio comunale per inquinamento criminale è preordinato alla prevenzione e repressione dei fenomeni malavitosi «in via amministrativa». L'autorità prefettizia si avvale in proposito del supporto ispettivo di una commissione d'indagine. Lo scioglimento è disposto con decreto del Presidente della Repubblica; gli effetti sono individuati nella cessazione dalla carica di consigliere, di sindaco e di ogni altro incarico comunque connesso alle cariche ricoperte.

Segreto di Stato e atti riservati
I giudici di palazzo Spada hanno chiarito che se nella fase istruttoria la suddetta commissione ha acquisito un atto coperto da segreto di Stato, il documento va conservato con accorgimenti atti a impedirne la manipolazione. Solo decorsi quindici anni chiunque vi abbia interesse può richiedere l'accesso alle informazioni e ai documenti coperti dal vincolo in parola. Il «segreto» può persiono essere prorogato ma per non oltre trenta anni. Se invece l'amministrazione viene a conoscenza di atti «riservati», allora spetterà all'autorità giudiziaria ordinarne l'eventuale esibizione e curarne la protezione con sistemi che ne garantiscano il riserbo. In questo caso si possono visionare le carte ma non fotocopiarle.

Accesso partecipativo e difensivo
Se la commissione utilizza atti esclusi dall'accesso in base alle previsioni regolamentari di cui alla disciplina generale sul procedimento amministrativo, occorre distinguere tra accesso partecipativo e accesso difensivo. Solo quando l'istanza è motivata da necessità di cura o difesa di situazioni rilevanti l'interesse del richiedente prevale su eventuali divieti di fonte regolamentare.

Foia
Con riguardo all'adesione del nostro ordinamento al modello di conoscibilità generalizzata delle informazioni amministrative proprio dei cosiddetti sistemi Foia (Freedom of information act), palazzo Spada ha infine evidenziato che l'interesse conoscitivo «civico» del richiedente trova l'alt non solo di fronte a interessi pubblici inerenti sicurezza e ordine pubblico ma anche al cospetto di indagini su reati o altre attività ispettive.

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