Amministratori

Scuole della prima infanzia, per la riapertura confermata la capienza massima complessiva

La Conferenza unificata ha dato il via libera al documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza

di Amedeo Di Filippo

La Conferenza unificata ha dato il via libera al documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell'infanzia, frutto del lavoro coordinato da ministero dell'Istruzione, Regioni e Anci.

Liberi tutti
Sono tre le indicazioni che i gestori dei servizi educativi per la prima infanzia, tra cui molti Comuni, stavano attendendo dalla schiusa del lockdown: «La capienza massima complessiva per ogni struttura ospitante servizi educativi per la prima infanzia resta quella indicata dalle normative regionali e per ogni struttura ospitante scuole dell'infanzia, la capienza massima complessiva è quella indicata dalle norme tecniche per l'edilizia scolastica» (premessa); «Per quanto concerne il rapporto personale educativo/bambini, nei servizi educativi della fascia 0-3, si ritengono valide le indicazioni ordinarie stabilite su base regionale» (par. 2); l'esigenza è quella di «non diminuire il numero dei bambini che accede ai servizi educativi e scolastici né l'offerta in termini di tempo» (par. 5).
Per la riapertura a settembre, il documento dunque parte dall'assunto che per questa fascia d'età è impossibile il distanziamento sociale, per cui è necessario lavorare sulla stabilità di gruppi e sezioni e sulla scrupolosa osservanza dei protocolli di igiene e sicurezza. Viene quindi scongiurato il pericolo di tenere fuori i bambini e allungare le liste di attesa, in quanto sarà possibile favorire l'ingresso di tutti gli iscritti sulla base della capienza storica, offrendo così la possibilità ai gestori di dare corso alle graduatorie di ammissione nel frattempo rimaste in stand by proprio in attesa di indicazioni ministeriali e/o regionali.

L'organizzazione
Scampato il pericolo della limitazione della presenza nelle strutture, il documento spinge molto sulla organizzazione dei servizi in modo da ridurre al massimo le possibilità di contagio, delineando un percorso che poggia sulla corresponsabilità tra servizi e famiglie, con le quali costruire un «patto di alleanza educativa» finalizzato al contenimento del rischio. Il percorso è imperniato su tre aspetti sui quali i gestori sono chiamati a decidere. Il primo riguarda la stabilità dei gruppi/sezioni e delle figure adulte di riferimento, che devono essere identificate in via permanente adottando un'organizzazione che favorisca l'individuazione per ciascun gruppo del personale educatore, docente e collaboratore, evitando che interagiscano con altri gruppi. Conseguenza della stabilità – e siamo al secondo aspetto – è l'organizzazione degli spazi, con l'obiettivo di evitarne l'utilizzo promiscuo attraverso per esempio una diversa disposizione degli arredi, la riconversione di tutti gli ambienti disponibili, l'utilizzo delle aree esterne. Anche gli spazi dedicati alla refezione devono essere organizzati in modo da evitare l'affollamento, prevedendo per esempio turni, il consumo del pasto nelle aule, portare la merenda da casa. Lo spazio riposo deve essere organizzato garantendo una pulizia approfondita della biancheria e degli spazi e una corretta e costante aerazione prima e dopo l'utilizzo.

La sicurezza
Il terzo aspetto concerne i protocolli, che riguardano da un lato le fasi di accoglienza e ricongiungimento, in cui sono da preferire le aree esterne differenziando i punti di ingresso da quelli di uscita e con l'accompagnamento da parte di un solo genitore; dall'altro le norme igienico-sanitarie: la precondizione è l'assenza di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37.5°C, ma non sarà necessaria la rilevazione all'ingresso, affidata alla responsabilità genitoriale; dopo un'assenza per malattia superiore a 3 giorni la riammissione sarà consentita previa presentazione del certificato medico; la presenza di un caso confermato di infezione comporta l'attivazione del monitoraggio con l'Asl; l'igiene personale deve essere integrata nelle routine che scandiscono la giornata dei bambini per l'acquisizione di corretti stili di comportamento; tutti gli ambienti, gli arredi e i materiali devono essere igienizzati e le operazioni di pulizia dovranno essere effettuate quotidianamente.
Ma non finisce qui. Il documento rinvia ad un protocollo d'intesa tra i soggetti competenti per il settore 0-6 e le organizzazioni sindacali l'individuazione di ulteriori azioni e interventi per facilitare il rientro in presenza, la possibilità di identificare nuove figure professionali, prevedere eventuali deroghe per le sostituzioni, assegnare dotazioni organiche aggiuntive, disporre l'utilizzo di ulteriori Dpi per il personale impegnato con bambini con disabilità.

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