Appalti

Semplificazioni-bis e governance Pnrr: ipotesi di decreto unico, oggi la cabina di regia a Palazzo Chigi

Nella nuova bozza si conferma il rinvio della riforma sul subappalto

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di Giorgio Santilli

Nuova bozza del decreto semplificazioni messa a punto dopo le riunioni di livello tecnico di ieri, oggi si terrà la cabina di regia politica a Palazzo Chigi per capire se restano aspetti controversi sul testo ancora da risolvere, se accorpare in un decreto unico anche il provvedimento sulla governance del Pnrr, se è possibile chiudere la partita comunque in Consiglio dei ministri entro venerdì. Per Forza Italia parteciperà il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che ha seguito l'intero dossier dall'inizio. E proprio dalla Funzione pubblica trapela che si ritiene fondamentale il via libera a tutto il pacchetto: semplificazioni, governance e reclutamento, nel rispetto degli impegni presi con l'Europa, sia sul piano dei contenuti sia su quello dei tempi, messi entrambi nero su bianco nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Restava ancora ieri il rischio che alcuni pezzi di questo pacchetto fossero rinviate a un momento successivo di approvazione, proprio per le tensioni che in questi giorni si sono concentrate soprattutto sul capitolo degli appalti.

Anche sul reclutamento, però, restavano alcune tensioni legate soprattutto alla ripartizione delle assunzioni fra i vari ministeri. Quanto al decreto governance, nessuno lo ha mai visto fuori di Palazzo Chigi e l'appuntamento politico di oggi serve anche a condividere questi contenuti. Alla fine della riunione si dovrebbe decidere se il decreto sarà unico o saranno due, anche perché questo ha un impatto sulla gestione dei lavori parlamentari. Per questo dalla Funzione pubblica si ribadiva che è stato fatto un buon lavoro ed è il momento di approvare contestualmente tutte le nuove norme per gestirle al meglio, con il pieno coinvolgimento del Parlamento e della Conferenza Stato-Regioni.Nella nuova bozza sulle semplificazioni viene confermato il rinvio della riforma del subappalto (si veda Il sole 24 Ore di ieri) alla legge delega sulla riforma del codice appalti per cui il Pnrr prevede l'approvazione entro fine anno.

Viene inserita una norma transitoria che lascia tutto com'è oggi, prolungando al 31 dicembre due aspetti secondari: l'indicazione formale che il tetto del 40% dev'essere indicato anche dai bandi di gara e il congelamento della norma che impone in sede di offerta all'impresa di indicare una terna di subappaltatori. Come segnalato nei giorni scorsi, molte tensioni rimaste sotto traccia riguardavano le norme per la qualificazione (e la razionalizzazione) delle stazioni appaltanti. Il Pd e i comuni fanno da sempre resistenza a questa misura, contenuta già nel codice appalti e mai attuata. Norma che, al contrario, molti considerano fondamentale per superare la frammentazione e l'inefficienza del sistema. Il risultato della tensione è comunque che le norme sono ancora una volta saltate e l'articolo cancellato.

A completare il successo del Pd in questa fase anche la cancellazione del termine del 31 dicembre 2026 per le proroghe del Dl semplificazioni 1: era stato contestato un termine così lungo per gli affidamenti senza gara. Sono comparsi dei puntini, se ne parlerà oggi alla cabina di regia. C'è poi l'inserimento (per ora solo come titolo, senza testo) della norma richiesta dal segretario Enrico Letta di «condizionalità» per giovani e donne nei contratti del Recovery.Altri aggiustamenti sul codice appalti riguardano un altro aspetto controverso, l'appalto integrato, con qualche garanzia in più (in termini di incarico e di costo) per chi svolge la progettazione. Resta sostanzialmente immutato il pacchetto delle misure per velocizzare i pareri ambientali, con la commissione Via speciale per i progetti del Pnrr e i poteri sostitutivi in caso di inerzia. Eliminato del tutto il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici (e anche dei provveditorati regionali in alternativa) per i progetti fra 50 e 100 milioni.

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