Appalti

Semplificazioni, sui subappalti decide la Pa: saltano i tetti del codice (anche su sconti e opere speciali)

Ma il decreto allo studio del Governo mantiene il divieto di subaffidamento al 100%

di Mauro Salerno

Niente più tetti sui subappalti. La bozza del decreto semplificazioni, che il Governo sta mettendo a punto con l'obiettivo di accelerare gli investimenti del Recovery plan, interviene anche su uno dei nervi più scoperti del codice appalti del 2016. Anche se l'obiettivo è quello di allineare le norme italiane alle indicazioni di Bruxelles e della Corte Ue che impongono di cancellare i vincoli sui subaffidamenti, il risultato ha comunque scatenato le polemiche.

Le bozze circolate finora azzerano qualunque soglia prestabilita sui subappalti, mantenendo solo il divieto di cessione integrale del contratto e dunque di subappalto al 100% delle opere da realizzare. Il divieto vale non solo per l'importo del contratto in generale. La norma esclude anche la possibilità che a essere ceduto sia l'intero pacchetto dei lavori principiali del contratto, quelle che nel gergo dei lavori pubblici si definiscono «categorie prevalenti».

A stabilire la percentuale ammessa di subappalto dovranno essere le stazioni appaltanti, con scelta motivata, tenendo conto «delle caratteristiche dell'appalto», «dell'esigenza di assicurare un adeguato controllo delle attività di cantiere ed una più intensa tutela della salute e sicurezza dei lavoratori» e del rischio di infiltrazione criminale, in quel particolare tipo di attività. Compito non semplice e che attribuisce una non banale quota di responsabilità in capo a stazioni appaltanti finora sfuggite a qualsiasi tentativo di qualificazione, non solo dal punto di vista dei numeri (sono circa 40mila quelle attive) ma anche della crescita delle competenze.

Insieme al tetto generale sul subappalto (che da luglio tornerebbe al 30 per cento sull'importo totale del contratto) cade anche il limite del 30% di subaffidamento applicato alle opere di particolare complessità tecnologica (le cosiddette categorie superspecialistiche) e anche il tetto del 20% allo sconto che i subaffidatari possono proporre all'impresa titolare dell'appalto. Un limite, non si sa quanto efficace ai fini pratici, che serviva comunque a tentare di equilibrare i rapporti di forza in cantiere.

Insieme al ritorno del massimo ribasso è proprio la norma sulla cancellazione del tetto generale sul subappalto che ha scatenato le proteste delle imprese specialistiche e dei sindacati che hanno annunciato per domani una giornata di mobilitazione generale. Mentre i costruttori dell'Ance difendono l'impostazione della norma. «Qui si tratta di dire se vogliamo rispettare le norme europee sempre o solo quando ci fa comodo», dice il presidente dell'Ance Gabriele Buia, ricordando che «noi oggi siamo dentro una procedura di infrazione Ue su due aspetti: ritardati pagamenti e mancato adeguamento alla direttiva europea che regola appunto il subappalto. Questo è un problema che va risolto, ma non c'è mai stata la volontà di farlo».

Insomma è chiaro che qualunque sia la direzione le polemiche non mancheranno. E forse non c'è bisogno di sottolineare che anche la maggioranza di Governo rischia di dividersi su questi temi innescando un deleterio balletto di bozze e correzioni in corsa. Anche per questo è probabile un nuovo slittamento dei tempi di definizione finale del decreto. Annunciato all'inzio per metà e poi per fine maggio, il provvedimento dovrebbe ora slittare all'inizio di giugno, con un nuovo vertice del Governo già questa settimana.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©