Amministratori

Servizio idrico integrato, le proposte di Arera per recuperare i ritardi del Mezzogiorno

Il primo punto critico è rappresentato dalla costituzione degli enti di governo d'ambito

di Amedeo Di Filippo

Intervenire per superare le criticità gestionali del servizio idrico e aumentarne l'efficienza, in particolare nelle regioni meridionali, anche alla luce delle opportunità offerte dal Pnrr, al fine di superare il water service divide che ancora permane nel nostro Paese. È l'obiettivo che l'Arera si è prefissato con la segnalazione 331/2021/I/IDR trasmessa al Parlamento e al Governo.

Le ragioni
La segnalazione si basa sui risultati del monitoraggio semestrale sugli assetti locali del servizio idrico integrato svolto dalla Autorità attraverso l'analisi delle informazioni trasmesse dagli enti di governo d'ambito e da altri soggetti territorialmente competenti. Da questa emergono criticità in ordine al rispetto delle prescrizioni stabilite dal Dlgs 152/ 2006 a carico delle Regioni per la costituzione degli enti di governo dell'ambito, degli enti di governo dell'ambito per l'affidamento del servizio, degli enti locali in relazione alla partecipazione agli enti di governo d'ambito e in merito all'affidamento in concessione d'uso gratuito delle infrastrutture ai gestori affidatari del servizio.
Un quadro che, pur con un completamento del percorso di adesione degli enti locali ai relativi enti di governo dell'ambito e con la razionalizzazione del numero degli Ato, ancora evidenzia la necessità di un'azione di riforma per il rafforzamento della governance della gestione del servizio, soprattutto in considerazione del permanere di situazioni di mancato affidamento in alcune aree del Paese.

Le criticità
Il primo punto critico è rappresentato dalla costituzione degli enti di governo d'ambito, processo portato a compimento dalla quasi totalità delle regioni ma che stenta a decollare in Calabria, in Molise e nella parte maggioritaria degli ambiti territoriali di Campania e Sicilia. Il secondo riguarda l'affidamento della gestione del servizio idrico integrato, che manca nelle regioni del Mezzogiorno, peraltro caratterizzate dalla presenza di molteplici piccole gestioni comunali in economia. Realtà che in alcuni casi risultano gestire il servizio in assenza di un titolo giuridico conforme alla disciplina vigente, in altri scontano problematiche quali il mancato aggiornamento degli atti di programmazione e di organizzazione della gestione necessari al recepimento degli obblighi fissati dalla regolazione, difficoltà nel reperimento di dati e informazioni tecniche volte a garantire una corretta ricognizione dello stato delle infrastrutture gestite e dei livelli di servizio garantiti nel territorio, una poco efficace ricomposizione della filiera dell'approvvigionamento idrico laddove l'attività di distribuzione sia alimentata da un'attività di approvvigionamento svolta da un soggetto diverso.

Le proposte
A detta di Arera si tratta di criticità che suggeriscono di valutare l'opportunità, per un verso, di rivisitare la disciplina degli affidamenti nella direzione di una semplificazione procedurale, per l'altro di declinare soluzioni ulteriori rispetto al commissariamento, per sua natura circoscritto a talune criticità e pertanto difficilmente impiegabile con riferimento alla definizione di soluzioni strutturali articolate e di ampio respiro. Anzi, specifica, il permanere di situazioni di mancato affidamento del servizio rende urgente l'azione di riforma complessiva volta al rafforzamento della governance anche considerando le opportunità proposte dal Pnrr, che ha tra gli obiettivi la «Tutela del territorio e della risorsa idrica» con la misura che pone la necessità di un intervento centrale finalizzato a «rafforzare il processo di industrializzazione del settore (favorendo la costituzione di operatori integrati, pubblici o privati, con l'obiettivo di realizzare economie di scala e garantire una gestione efficiente degli investimenti e delle operazioni)» e alla risoluzione del problema del water service divide tra Centro-Nord e Mezzogiorno.
Da qui le proposte di intervento: un termine perentorio entro cui siano perfezionati i processi di affidamento del servizio da parte degli enti di governo dell'ambito o, in caso di inerzia, dai presidenti delle regioni; un supporto tecnico in termini organizzativi e di know-how di un soggetto societario a controllo pubblico che abbia maturato la necessaria esperienza; decorsi i termini perentori, la gestione del servizio venga svolta da un soggetto societario a controllo pubblico; il superamento della fase transitoria possa avvenire attraverso un nuovo affidamento deliberato dagli enti di governo dell'ambito entro sei mesi dalla scadenza della fase transitoria; oneri a carico della finanza pubblica in una misura pari a quanto già previsto dalla contabilità pubblica per analoghe situazioni, al fine di responsabilizzare gli enti locali.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©