Amministratori

Sindaci, il terzo mandato punta a 5.521 Comuni

Il disegno di legge sui piccoli Comuni è stato approvato in prima lettura dalla Camera

di Gianni Trovati

La legge sul terzo mandato dei sindaci e sulle semplificazioni amministrative nei Comuni fino a 5mila abitanti ottiene il via libera, senza voti contrati, nell’Aula della Camera. E grazie all’accordo politico che la accompagna si apre una corsia veloce per l’approvazione definitiva al Senato.

Corre, insomma, il cantiere della ricostruzione del ruolo degli amministratori locali, che in legge di bilancio hanno trovato il raddoppio delle indennità e aspettano l’approdo in consiglio dei ministri, promesso entro fine anno dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, della riforma del Testo unico degli enti locali con la revisione delle responsabilità e dell’abuso d’ufficio.

Il testo approvato ieri alza a 5mila abitanti la possibilità per i sindaci di candidarsi al terzo mandato consecutivo, anche per tamponare una crisi di vocazioni che è stata alimentata proprio dalla crisi di status degli amministratori e che in molti piccoli enti ha trasformato la costruzione delle liste in una sciarada spesso insolubile.

Sotto i 5mila abitanti, poi, scompare l’obbligo del controllo di gestione, onere spesso ingestibile nei piccoli enti. L’inconferibilità degli incarichi dopo una condanna per reati contro la Pa si estende agli enti di diritto privato in controllo pubblico.

Le novità riguardano 5.521 Comuni, il 70% del totale. «Il Parlamento ha saputo ascoltare la voce dei territori», rimarca Roberto Pella, il vicepresidente dell’Anci che da parlamentare di Fi ha portato avanti il progetto dall’inizio della legislatura.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©