Personale

Smart working, il Comune di Livorno parte per primo con il piano organizzativo

Il Pola predisposto dall'ente toscano prevede una fascia giornaliera in cui dovrà essere garantita una reperibilità del dipendente

di Anna Guiducci

A partire tra i primi nel progetto dello smart working è il Comune di Livorno che ha già predisposto una bozza preliminare di Piano organizzativo del lavoro agile con la quale ha aperto un confronto con i sindacati.

Questa particolare tipologia di svolgimento della prestazione lavorativa, che per molto tempo è stata valutata tra i parametri della scarsa efficienza della Pubblica amministrazione italiana rispetto agli altri paesi europei, è diventata in epoca di Covid il vaccino organizzativo che ha consentito l'erogazione dei servizi essenziali. Tra meno di settanta giorni, per centinaia di migliaia di dipendenti pubblici italiani, a prescindere dall'evoluzione pandemica, il lavoro agile potrà diventare la nuova modalità ordinaria di erogazione della propria prestazione lavorativa. Il Dl 34/2020 dispone che entro il 31 gennaio di ciascun anno, le amministrazioni pubbliche redigano, sentite le organizzazioni sindacali, il Piano organizzativo del lavoro agile (Pola), prevedendo, per le attività che possono essere svolte in modalità agile, che almeno il 60 per cento dei dipendenti possa avvalersene. Il ministero della Pubblica amministrazione non ha però ancora approvato le linee guida di quella che si preannuncia come la più grande rivoluzione della nostra Pa, culturale prima ancora che organizzativa.

Il documento presentato dal Comune di Livorno è strutturato in cinque sezioni: mappatura delle attività «smartabili»; disciplinare per l'applicazione del lavoro agile; requisiti tecnologici; percorsi formativi; strumenti di rilevazione e verifica periodica. Due le principali tematiche.

Innanzi tutto occorrerà ben definire la mappatura delle attività «smartabili». Si tratterà dunque di individuare con certezza le attività effettivamente realizzabili attraverso il lavoro agile, in ragione dell'evoluzione informatica del contesto organizzativo locale e nazionale.

Inoltre dovrà essere posta particolare cura al relativo disciplinare applicativo, che dovrà coinvolgere il personale dipendente e in somministrazione. Ciascun dipendente interessato sarà tenuto a presentare istanza al proprio dirigente e, in caso di accoglimento (è prevista un'elencazione di priorità), dovranno essere stipulati tra le parti specifici accordi individuali comprensivi dei progetti. La prestazione lavorativa dovrà essere svolta all'interno dei confini nazionali.

Nel progetto di Livorno viene altresì prevista una fascia giornaliera all'interno della quale dovrà in ogni caso essere garantita una reperibilità del dipendente, con possibilità di alternanza per specifiche esigenze di servizio di lavoro agile e in presenza. Lavoro straordinario, riposi compensativi e buono pasto non saranno riconosciuti, così come turno, disagio ed altre indennità giornaliere Verrà garantito al dipendente il diritto alla disconessione.

Il dipendente potrà avvalersi di supporti informatici anche di sua proprietà o nella sua disponibilità qualora ritenuti idonei dall'Amministrazione.

Il progetto prevede una fase annuale sperimentale durante la quale gli accordi individuali potranno essere stipulati con una durata massima di quattro mesi rinnovabili. Il percorso è ricco di incertezze. Non è un caso, forse, che il medesimo legislatore preveda che «in caso di mancata adozione del POLA, il lavoro agile si applica almeno al 30% dei dipendenti, ove lo richiedano». Una inconsueta previsione normativa che può costituire una appetibile via da percorrere.

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