Appalti

Stazioni appaltanti, ecco le regole: sui punti sconti nei primi due anni

Le linee guida dell'Anac per l'avvio graduale della qualificazione delle stazioni appaltanti

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di Giorgio Santilli

Basteranno 30 punti a regime alle stazioni appaltanti per qualificarsi per i lavori inferiori a un milione di euro, 40 punti fino alla soglia Ue, 50 punti oltre la soglia Ue. Sembrano punteggi non troppo severi quelli che l'Anac ha fissato per la prima fase sperimentale della qualificazione delle stazioni appaltanti, orientata a un avvio graduale, con sconti di punteggio per i primi due anni. Per conquistare questi punti le amministrazioni dovranno avere dipendenti specializzati nelle proprie strutture (assegnabili fino a 20 punti), sistemi di formazione e aggiornamento del personale (fino a 20 punti), un consistente numero di gare svolte (fino a 40 punti), rispetto degli obblighi di comunicazione (5 punti) e delle procedure di monitoraggio (5 punti), utilizzo di piattaforme telematiche (fino a 10 punti). Sono le novità contenute nello schema di delibera definitiva messa a punto dall'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) in ossequio al protocollo firmato con Palazzo Chigi nel dicembre 2021.

Oltre ai requisiti a punti restano tre requisiti inderogabili per tutte le amministrazioni che vorranno il bollino di stazioni appaltanti: l'iscrizione all'Anagrafe delle stazioni appaltanti (Ausa) dell'Anac; avere un ufficio o una struttura stabilmente dedicata alla progettazione e agli affidamenti di lavori; disponibilità di piattaforme telematiche dedicate all'affidamento contratti. Lo stesso schema vale anche per gli appalti di servizi e forniture.

Scompare rispetto alla prima stesura del 30 marzo - sottoposta ad ampia consultazione - l'obbligo di avere personalità giuridica, mentre un'altra novità è che saranno qualificate di diritto le grandi stazioni appaltanti e centrali di committenza, fra cui il Mims e i suoi Provveditorati, Consip, Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti, Difesa servizi, Sport e Salute, gli aggregatori regionali. Qualificate con riserva, invece, le stazioni uniche appaltanti di città metropolitane e province. L'obiettivo di Palazzo Chigi era di arrivare al 30 settembre al testo finale delle linee guida e alla individuazione del numero delle stazioni appaltanti potenzialmente qualificabili. Era stato Mario Draghi - cui ora tornano le linee guida - a voler accelerare il processo di qualificazione e riduzione delle stazioni appaltanti previsto dal codice appalti del 2016 e mai attuato. Secondo il censimento svolto da Anac a giugno le stazioni appaltanti interessate cui si applicheranno le linee guida sono 12.329 con 32.138 centri di spesa di cui oltre la metà (17.532) appartenenti ai comuni.

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