Fisco e contabilità

Stop del Mef, niente affidamenti per il supporto alla riscossione senza iscrizione all'Albo

Il ministero è intervenuto anche sulla dichiarazione che i concessionari devono presentare annualmente per attestare la permanenza dei requisiti

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di Pasquale Mirto

Linea dura del Mef sul variopinto mondo degli affidamenti a società che svolgono le funzioni e le attività di supporto propedeutiche all'accertamento e alla riscossione delle entrate degli enti locali e delle società da essi partecipate.

La materia è statadisciplinata dall'articolo 1, comma 805, legge 160/2019 che ha previsto l'emanazione di un decreto ministeriale con stabilisca i criteri per l'iscrizione obbligatoria in una sezione separata dell'albo in cui sono oggi iscritti i concessionari della riscossione privati. Sullo schema di decreto è stata raggiunta l'intesa in Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, ma ora è stato sottoposto al parere del Consiglio di Stato, per cui i tempi di emanazione non sono certi.

Molti Comuni si sono chiesti se, in attesa dell'emanazione del decreto, sia possibile continuare ad affidare, esattamente come il passato, senza chiedere delle specifiche condizioni o se, quanto meno, devono essere soddisfatti i requisiti di capitale richiesti per l'iscrizione nell'albo: 150mila euro per i Comuni fino a 100mila abitanti; 500mila euro per i Comuni tra 100mila e 200mila abitanti; un milione di euro per i Comuni con popolazione superiore a 200mila abitanti.

Il Mef, nella risoluzione n. 4/DF di ieri, ha assunto una posizione rigida, ritenendo che in attesa dell'emanazione del decreto i soggetti che intendono comunque svolgere funzioni e attività di supporto devono richiedere l'iscrizione "provvisoria" nell'albo e devono, a tal fine, possedere tutti i requisiti ordinariamente previsti per l'iscrizione, e oggi disciplinati nel Dm 289/2000. Per quanto riguarda i requisiti finanziari questi devono comunque essere posseduti, perché la misura minima del capitale sociale è comunque prevista come condizione per la richiesta di iscrizione all'albo.

Solo con l'iscrizione all'albo, ad avviso del Mef, le società potranno partecipare alle gare bandite dagli enti locali, in quanto «un requisito indispensabile per l'affidamento dei servizi in questione e per il successivo svolgimento della relativa attività, dal momento che la legge di bilancio 2020 ha previsto l'iscrizione di dette società in un'apposita sezione dell'albo».

Alla luce di queste osservazioni, quindi, i Comuni già a decorrere dal 2020 non avrebbero potuto svolgere gare e procedere ad affidamenti a soggetti non iscritti all'albo.

Il Mef è intervenuto con la risoluzione n. 3/DF, sempre di ieri, anche sulla dichiarazione che i concessionari devono presentare annualmente per attestare la permanenza dei requisiti richiesti per l'iscrizione all'albo dei concessionari. Il Dipartimento delle finanze precisa che il termine del 31 marzo previsto dal Dm 289/2000 non è, allo stato attuale, suscettibile di essere prorogato se non attraverso una disposizione normativa. Tuttavia, rileva, il Mef, siccome anche i concessionari iscritti dovranno adeguare il capitale sociale alle nuove regole fissate dalla legge 160/2019 e il termine scade il 30 giugno 2021, allora il Mef «deve necessariamente attendere lo spirare di tale ultimo termine prima di poter concludere l'istruttoria relativa al controllo della sussistenza dei requisiti cui è subordinata la verifica annuale dell'iscrizione nell'albo».

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