Imprese

Strada dei Parchi, Toto avvia la contesa legale con il governo

L'avvocatura dello Stato ha sconsigliato la revoca della concessione

di Marco Morino

Non si placa il clamore suscitato dalla decisione del governo di revocare, tramite decreto legge, la concessione al gruppo Toto per le autostrade abruzzesi A24 (Roma-L'Aquila-Teramo) e A25 (Torano-Pescara). Ieri all'assemblea dell'Abi il ministro dell'Economia, Daniele Franco, interrogato da alcuni interlocutori circa il blitz su Strada dei Parchi, ha confessato che nutriva dei dubbi sul provvedimento, tanto da aver chiesto un parere all'Avvocatura Generale dello Stato. Il Sole 24 Ore l'ha recuperato in esclusiva: si tratta di 10 pagine a firma dell'Avvocato Generale Gabriella Palmieri Sandulli nelle quali si sconsiglia al ministro di firmare direttamente un decreto di revoca, lasciando la palla al ministero preposto, cioè il Mims (Infrastrutture). Dall'altra parte si suggerisce al Mef di firmare solo un decreto che regola le conseguenze della revoca.

E in effetti è poi avvenuto così: l'atto di revoca (il famoso articolo 35 della legge del 2019 scritta dopo il crollo del ponte Morandi di Genova) è del Mims, mentre il decreto del Governo spiega cosa succede dopo la revoca (subentro dell'Anas, ecc.). In pratica, l'Avvocatura mette in guardia il Mef dall'elevato rischio di incostituzionalità della norma.Intanto dal quartier generale del gruppo Toto, a Chieti, sembrano emergere tre linee di comportamento. La prima: piena collaborazione, senza alcun ostruzionismo, con l'Anas – che ieri mattina si è presentata nella sede di Strada dei Parchi, a Roma, addirittura scortata dalla Digos – cui è demandato il compito di gestire le due autostrade abruzzesi. La seconda: i Toto hanno messo al lavoro uno stuolo di avvocati per preparare dei ricorsi urgenti in sede nazionale ed europea (considerato anche che l'assegnazione della concessione avvenne con gara europea) contro il blitz del governo. Ci si attende un contenzioso arroventato.

La terza: i Toto avevano già deciso di restituire la concessione e lo hanno comunicato in modo formale in data 12 maggio 2022. Dunque, non intendono opporsi all'uscita dal contratto di concessione, ma rifiutano che ciò debba avvenire perché accusati di «gravi inadempimenti». E non è solo una questione morale, ma anche economica. È stato infatti calcolato che sulla base delle regole di uscita stabilite nell'originario e mai modificato contratto di concessione, l'indennizzo complessivo per i Toto ammonti a 2,4 miliardi di euro, che diventano 1,3 miliardi al netto del residuo debito verso Anas pari a circa 700 milioni e altri 400 milioni di debiti verso il sistema bancario.

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