Appalti

Subappalto, l'Antitrust scrive al Governo: eliminare la soglia del 30-40%

Il Garante della concorrenza ribadisce che indicare un tetto generale e astratto è incompatibile con le norme Ue e limita l'accesso al mercato delle Pmi

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di Mauro Salerno

Anche l'Autorità Antitrust italiana, come hanno già fatto più volte la Commissione e la Corte di Giustizia europee, chiede al Governo di rimuovere i vincoli sul subappalto. La richiesta è contenuta in una Segnalazione ufficiale appena inviata a Governo e Parlamento.

Nella segnalazione l'Antitrust ricostruisce le norme che regolano i subaffidamenti italiani. La norma generale (articolo 105 del codice appalti) limita i subappalti al 30% dell'importo complessivo dei lavori. Il decreto Sblocca-cantieri (n.32/2019) ha però innalzato questa quota al 40% fino al 31 dicembre di quest'anno. La stessa sospensione temporale vale per l'obbligo di indicare la tema dei subappaltatori in gara (art. 105, comma 6 del codice appalti) e la tema dei subappaltatori in caso di concessioni (art. 174, comma 2, terzo periodo), nonché le verifiche in·sede di gara riferite al subappaltatore (art. 80). Un regime ancora diverso riguarda le opere superspecialistiche.

Un ginepraio normativo su cui si è abbattuta la scure di Bruxelles e che il Governo - che nel frattempo ha annunciato uno specifico tavolo di lavoro al Mit - fatica a dipanare.

Anche «considerando la prossima scadenza delle soluzioni temporaneamente
apprestate dal legislatore», cioè l'innalzamento al 40% del tetto massimo dei subaffidamenti l'Antitrust chiede al Governo di intervenire una volta per tutte, proponendo tre soluzioni collegate tra loro.

Il primo step, in linea con le indicazioni europee, è quello di rimuovere i vincoli generali. Quindi niente più tetto massimo: 30 o 40% che sia. L'Autorità ribadisce «la natura pro-concorrenziale dell'istituto del subappalto» e il fatto che i subaffidamenti sono uno strumento da non trascurare per ampliare le possibilità di accesso delle Pmi al mercato dei lavori pubblici. È questo il motivo per cui «una normativa nazionale come quella italiana, che vieta in modo generale e astratto il ricorso al subappalto oltre una percentuale fissa dell'affidamento, indipendentemente dal settore economico interessato dall'appalto, dalla natura dei lavori o dall'identità dei subappaltatori, non può essere ritenuta compatibile con la Direttiva 2014/24/Ue».

La prima soluzione allora è quella di eliminare la soglia percentuale, qualunque essa sia. Il secondo passaggio, dovrebbe essere quello di «prevedere l'obbligo in capo agli offerenti, che
intendano ricorrere al subappalto, di indicare in sede di gara la tipologia e la quota parte di lavori in subappalto, oltre all'identità dei subappaltatori». Per l'Antitrust questo consentirebbe alle stazioni appaltanti «di individuare preventivamente i soggetti incaricati e di effettuare le opportune verifiche circa la loro capacità e affidabilità, al fine di prevenire rischi di corruzione e collusione nelle fasi di affidamento ed esecuzione». Ultimo accorgimento: lasciare alle Pa la possibilità di stabilire volta per volta gli eventuali limiti ai subappalti, ma solo per motivi ben precisi e da giustificare in maniera rigorosa, individuati, ad esempio, dalla particolari condizioni «del mercato interessato» che potrebbero favorire accordi «spartitori» tra le imprese , oppure «dalla natura delle prestazioni o dell'identità dei subappaltatori».

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