Fisco e contabilità

Sul Pnrr Mattarella cita De Gasperi: «È il momento di mettersi alla stanga»

«Attenzione all’inflazione. L’autonomia deve assicurare il progresso di tutto il Paese»

di Lina Palmerini

È evidente che c’è una forte preoccupazione sul Pnrr. Sui ritardi, sul rischio di perdere le risorse, sul pericolo di non agganciare quella parte di crescita che sta nel saper usare i finanziamenti sulle grandi trasformazioni in atto su ambiente e nuove tecnologie. Del resto, proprio due giorni fa la relazione alla Camera della Corte dei Conti (vedi Sole di ieri) segnalava che solo il 6% dei fondi è stato speso e che la metà delle misure resta al palo. Tra l’altro Mattarella sarà anche attento che in Europa non torni l’idea di un’Italia “fanalino di coda” che potrebbe indebolire il Governo sui grandi negoziati in corso, a cominciare dalla riforma del Patto di stabilità. Ecco, quindi, le ragioni di quell’esortazione piuttosto efficace che ieri il capo dello Stato - dalla conferenza nazionale delle Camere di Commercio a Firenze - ha rivolto quasi a dare una scossa. «È il momento per tutti, a partire dal Pnrr, di mettersi alla stanga».

Un’espressione che ha una sua storia perché, come spiega lui stesso, è legata a una figura politica fondamentale e a un periodo preciso del Paese, cioè «nel dopoguerra, quando occorreva ricostruire l’Italia dalle macerie e insieme edificare un’autentica democrazia: allora, Alcide De Gasperi rivolse l’invito di mettersi alla stanga». Sarebbe, però, una forzatura cercare una chiave di contrapposizione con Meloni e con la squadra di Governo. In realtà, dicono al Quirinale che quando il capo dello Stato dice “tutti” intende il sistema che coinvolge il Pnrr, dai ministeri agli enti locali e aziende partecipate fino ai privati. Una macchina che ha bisogno del motore acceso di ciascun soggetto per accompagnare lo sforzo che l’Esecutivo sta provando a fare. Dimostrazione è l’ultima missione del ministro Fitto a Bruxelles dove procedono i negoziati sulle scadenze del Piano Ue per non perdere la terza rata di fondi.

Ieri però Mattarella non ha parlato solo di Pnrr. Ha toccato altri punti che riguardano sia il contesto sia alcune scelte fatte dal Governo, come l’autonomia differenziata, Ddl che ha firmato qualche giorno fa. Tuttavia ha voluto ricordare che servono «partecipazione e unità come indica all’articolo 118 la Costituzione». Insomma, se la Carta è fondata sulle autonomie, non sfugge però che l’Italia è un Paese dove convivono forti divari «diseguaglianze sociali e territoriali» e che accanto «alla questione fondamentale del Mezzogiorno, c’è quella delle aree interne». Insomma, l’autonomia deve essere declinata con l’obiettivo «di assicurare il progresso di tutto il Paese». Infine, il costo della vita, un problema scatenato «dall’aggressione russa all’Ucraina che sta determinando conseguenze pesanti anche sul terreno economico, con fenomeni di inflazione che possono mettere in discussione la ripresa». Una sfida come fu quella post-Covid dove «c’è stata una capacità di ripresa dell’economia inattesa, l’Italia è grata a imprese e lavoratori, protagonisti di questo risultato».

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