Urbanistica

Superbonus, Conte: cerchiamo risorse per prorogare oltre il 2022. Recovery, Dl a gennaio

Il premier nella conferenza di fine anno: nel Dl sul Recovery le clausole di garanzia chieste dall'Europa

di Massimo Frontera

Il Superbonus del 110% «è una misura che sta dando un valore aggiunto, un moltiplicatore notevole, ecco perchè lo stiamo prolungando ancora e stiamo cercando ulteriori risorse per prolungarlo ancor di più nel tempo». Il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa di fine anno lancia il cuore oltre l'ostacolo, alimentando l'aspettativa di una proroga ben oltre l'attuale limite del beneficio fiscale fissato a giugno 2022 proprio dalla manovra di bilancio approvata oggi dal Senato in via definitiva. «Adesso - ha aggiunto - fino al 2022, poi vediamo se riusciremo, come vogliamo, anche a estenderlo oltre».

Il premier ha anche risposto alle domande dei giornalisti sul percorso del Recovery Plan, non nascondendo che la questione è ancora tutta aperta a livello politico e che la volontà è di stringere i tempi per arrivare a definire il programma a febbraio. «Dobbiamo fare una sintesi politica, è urgente - ha insistito -: lo dico molto francamente, va fatta nei prossimi giorni e non valgono i giorni di festa». Conte ha poi detto di voler portare il Recovery Plan in Consiglio dei ministri «ai primi di gennaio», per aprire un confronto con le parti sociali e l'invio del documento al Parlamento, con l'obiettivo di approvare «per metà febbraio il progetto definitivo». L'intenzione è di attuare il programma europeo con un decreto legge che preveda anche delle clausole di salvaguardia a garanzia degli impegni con la Ue. «Dovremo intervenire con un decreto - ha detto Conte - non possiamo farlo con disegno di legge. Ma dovremo mettere a punto un sistema, una struttura per il monitoraggio e anche per tutti i meccanismi e le procedure accelerate per gli investimenti legati al Recovery. Non è un'inclinazione del Governo ma una richiesta precisa di garanzia da parte della Commissione europea».

Quanto alla governance, il premier ha precisato che occorre pensare a «una clausola di salvaguardia». «Il meccanismo europeo - ha spiegato - funzionia con erogazioni semestrali, se non si rispetta il cronoprogramma le erogazioni sono sospese o addirittura si devono restituire i fondi: per questo serve un meccanismo che stabilisca una volta per tutte cosa succede se si accumulano ritardi e si rischia di perdere le somme». «Nel Recovery Plan - ha aggiunto - ci sono significavi investimenti nel Mezzogiorno, sull'Alta velocità Napoli Bari, le dorsali, la Palermo-Catania-Messina, e ancora l'Agritech a Napoli e un'altra serie di investimenti capillari. Ed altri ce ne saranno sulla povertà educativa, e quelli nel digitale su cui si investirà prepotentemente al Sud». Nessuna indicazione in più è arrivata sui progetti, che erano 52 nell'ultima bozza in circolazione.

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