Appalti

Superbonus fino al 2023: l'impegno di Draghi alla Camera. Focus su riforma Pa e appalti

Ok all'estensione degli incentivi nel Ddl Bilancio ma monitorando effetti finanziari e applicazione del 110%

di Mauro Salerno

Arriva in Parlamento l'impegno esplicito di Mario Draghi a finanziare l'estensione del Superbonus a tutto il 2023, un anno in più di quanto già messo nero su bianco nel Pnrr presentato oggi alla Camera. La rassicurazione del premier sul Superbonus, dopo il tira e molla degli ultimi giorni e le pressioni arrivate dal mondo delle imprese e delle parti sociali, è uno dei passaggi più delicati della relazione tenuta Montecitorio.

«Per il Superbonus al 110 per cento - ha detto Draghi - sono previsti, tra Pnrr e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c'è alcun taglio. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari». Il premier ha evidenziato che si tratta di «un provvedimento importante per il settore delle costruzioni e per l'ambiente». L'impegno c'è ma Draghi ha fatto capire che non può essere considerato da subito alla come un assegno in bianco. Il governo intende monitorare l'andamento della misura e decidere in base al suo utilizzo, ai suoi effetti finanziari sulle casse dello Stato e al suo impatto concreto sul miglioramento energetico degli edifici.

«Il Governo - ha sottolineato il presidente del Consiglio - si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e sicurezza degli edifici».

La riforma della Pa e degli appalti
Un passaggio spesso punteggiato dagli applausi è stato quello dedicato alla riforma della pubblica amministrazione. «Si tratta della seconda riforma di sistema contenuta nel Piano», ha segnalato il premier soffermandosi su assunzioni e concorsi e programmazione dei nuovi ingressi per svecchiare gli apparati pubblici. Confermata l'intenzione di inserire in un decreto legge da varare a maggio le semplificazioni necessarie ad accompagnare gli investimenti del Recovery plan, con l'avvertenza che si tratterà di «interventi di carattere prevalentemente strutturale». Ribadita anche l'intenzione di procedere a una completa revisione delle norme su appalti e concessioni, seguendo il percorso già tratteggiato nel Pnrr. «Oltre a importanti semplificazioni negli iter di attuazione e di valutazione degli investimenti in infrastrutture, si procede a una semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni», ha scandito il premier.

Spazio al ferro per le infrastrutture
Sulle infrastrutture Draghi ha spiegato che l'intenzione è quella di sviluppare « una rete di infrastrutture di trasporto moderna, digitale, sostenibile e interconnessa». Nel complesso a questa finalità sono allocati oltre 31 miliardi, in gran parte destinati al potenziamento della rete ferroviaria. «Si prevede il completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità (per una spesa stimata in 13,2 miliardi) - ha detto Draghi - , l'integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e la messa in sicurezza dell'intera rete. Vi sono poi interventi per la digitalizzazione del sistema della logistica, per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti, e misure per innalzare la competitività, capacità e produttività dei porti italiani».

Impegno a rafforzare la concorrenza
Sottolineatura importante sul tema della concorrenza. Draghi ha spiegato che il governo intende procedere a una «continuativa e sistematica opera di abrogazione e modifica delle norme che frenano la concorrenza, creano rendite di posizione e incidono negativamente sul benessere dei cittadini. Questi principi sono essenziali per la buona riuscita del Piano: dobbiamo impedire - ha spiegato - che i fondi che ci accingiamo a investire finiscano soltanto ai monopolisti».

In conclusione un messaggio di speranza.« Sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo che l'onestà, l'intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti», ha concluso il premier.

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