Urbanistica

Superbonus, il Governo fa muro contro le estensioni nel decreto Semplificazioni

Bocciati dalla Ragioneria tutti gli emendamenti onerosi, anche sulla procedura ritocchi molto limitati

di Giorgio Santilli

Il governo fa muro sul Superbonus. Sia pure a un livello ancora informale, il Mef ha fatto già sapere che saranno respinte dal governo tutte le proposte di estensione del 110%, in quanto onerose. Tutti gli emendamenti che hanno bisogno di copertura non troveranno spazio in questo decreto. Al tempo stesso, i ministeri impegnati nell’esame del Dl 77 hanno risposto con una serie di No alle proposte di modifica o integrazione alla procedura semplificata del Superbonus prevista dall’articolo 33. Anche qui, potrebbero sopravvivere soltanto due o tre modifiche di peso minore.

Chi ha in programma di avviare lavori con le regole vigenti, può avviarli senza ansie. Il decreto non sarà modificato in modo sostanziale. Viceversa, chi sperava in un’apertura per avviare lavori oggi non ammissibili, dovrà attendere il prossimo giro: forse la legge di bilancio che sarà varata tra fine settembre e metà ottobre.

Una discussione ancora aperta sull’articolo 33 riguarda la possibilità di consentire gli interventi classificati come «edilizia libera» dal testo unico dell’edilizia 380/2006 anche senza Cila (Comunicazione inizio lavori asseverata) semplificata, prevista oggi per tutti gli interventi del 110%.

Anche qui, per ora, prevalgono i No ministeriali ma una sintesi dovrebbe arrivare a ore: la riunione politica che avrebbe dovuto affrontare ieri la questione, è stata rinviata. La sostanza non cambia: il governo vuole modificare il meno possibile, ma si valuta se sia il caso di bocciare in blocco 120 emendamenti presentati dalle forze politiche sul punto più atteso del Dl.

Sul 110% non ci sono ancora decisioni formali perché le votazioni delle commissioni Affari costituzionali e Ambiente vanno a rilento (ieri fino all’articolo 12) e si concentrano per ora su emendamenti che non presentano problemi, accantonando quelli più difficili. Anche le riunioni di maggioranza, per preparare il terreno, fanno pochi passi avanti sostanziali: nel tabellone dei pareri del governo i rinvii e gli emendamenti accantonati sono per ora la maggior parte.

Qualche piccolo spiraglio, tuttavia, si apre. Sulla governance il governo è orientato ad accogliere alcune proposte di allargamento della cabina di regia: apertura alla partecipazione dei comuni e delle province quando si affrontino «questioni di interesse locale», ma anche alla partecipazione delle parti sociali «maggiormente rappresentative» quando si discutano «riforme di contesto, abilitanti e di accompagnamento che hanno una ricaduta diretta o indiretta sul lavoro». Si attendono, però, le riformulazioni ufficiali del governo.

Anche sulle maxiopere, le riformulazioni messe a punto dal Mims hanno segnato aperture sulla Tirrenica (nomina di un commissario straordinario che finora era stato escluso per motivi tecnici collegati alla concessione) e sulla Roma-Latina. L’affondo di Forza Italia (emendamento Prestigiacomo) sul Ponte sullo Stretto, che si vorrebbe inserire nell’allegato IV delle opere ammesse alla corsia ultraveloce di approvazione dei progetti, per ora è in stallo. Accantonato l’emendamento, ma l’orientamento del ministero delle Infrastrutture è di non accoglierlo: il percorso riavviato dal ministro Giovannini sul Ponte, con il rapporto della commissione ministeriale, esclude che si possa procedere con il vecchio progetto e punta invece a un dibattito pubblico fra diverse soluzioni tecniche che però non hanno ancora progetto di fattibilità

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