Urbanistica

Superbonus, un modello standard per comunicare l'inizio dei lavori

Gli uffici della Funzione pubblica al lavoro con Regioni e comuni per chiarire e fugare i dubbi

di Giorgio Santilli

Gli uffici della Funzione pubblica sono al lavoro per definire una modulistica unica della comunicazione inizio lavori asseverata (Cila) applicata ai lavori del Superbonus. Il governo anche in questo modo vuole standardizzare, chiarire e fugare eventuali dubbi sull'applicazione dell'articolo 33 del decreto legge 77 che prevede una drastica semplificazione per i lavori incentivati con il bonus del 110%. Rispetto al modello ordinario di Cila sarà inserito lo spazio per indicare gli estremi del titolo abilitativo o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione. O, in alternativa, l'attestazione che la costruzione è stata completata in data antecedente al 1° settembre 1967. Il primo passaggio verso il modulo unico sarà l'intesa del governo con Regioni e comuni cui si lavorerà già dai prossimi giorni.

È molto probabile che il governo - per rispetto del Parlamento - non approvi comunque il modulo unico SuperCila prima della conversione in legge del decreto, che proprio oggi inizia il suo cammino nelle commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera. Anche se da imprese e mondo professionale ci si augura che la nuova modulistica - che metta un punto fermo alle nuove norme - arrivi al più presto, almeno dopo la prima lettura parlamentare. Intanto dall'Ordine degli ingegneri arriva una presa di posizione in difesa della semplificazione prevista dall'articolo 33. «Stiamo facendo molti seminari - dice il presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano - e non vedo particolare preoccupazione da parte dei professionisti. La norma per noi è chiara, soprattutto in relazione al tema delle responsabilità dei professionisti sulle difformità urbanistiche dell'edificio. Non c'è nessun rischio per il professionista perché non è richiesto che dichiari nulla su questo punto».

Il professionista deve attestare la conformità dell'intervento che si va a realizzare, non dello stato dell'immobile. Proprio come accade con la Cila per i lavori incentivati con altri bonus fiscali. Per esempio il bonus facciate. Anche l'Anci (comuni) in una nota dei giorni scorsi aveva preso posizione sul punto, dando la corretta interpretazione della norma che prevede resti «impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell'immobile oggetto di intervento». Dice l'Anci: «Non dovrà più essere presentato "lo stato legittimo", ovvero la documentazione, rilasciata da un tecnico abilitato, in cui risulti la regolarità dell'immobile e l'assenza di violazioni urbanistiche». Ciò ai fini dell'agevolazione fiscale: è la terza via trovata dal decreto - e rafforzata da un elenco chiuso di casi di decadenza dal beneficio presente nella norma - per consentire l'efficientamento energetico di immobili che presentino abusi senza per questo sanare in alcun modo gli immobili stessi. Continua la nota Anci: «Il decreto precisa che "resta impregiudicata ogni valutazione circa la legittimità dell'immobile oggetto di intervento". Pertanto eventuali abusi potranno comunque essere segnalati e puniti, ma non sarà il tecnico a doverli accertare preventivamente».

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