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Svolta Atlantia: diventa Mundys. Sarà leader nelle infrastrutture

L’obiettivo è diventarlo entro cinque anni partendo dagli asset in portafoglio. soci Benetton e Blackstone pronti a supportare l’M&A con nuovo capitale

di Laura Galvagni

Un nuovo capitolo. Atlantia smette i vecchi panni e veste un abito tutto nuovo: d'ora in poi sarà Mundys. Un nome che ingloba anche l'obiettivo che ha fatto da motore alla trasformazione definitiva: diventare entro i prossimi cinque anni il primo gruppo infrastrutturale al mondo. L'annuncio è stato fatto ieri a Milano e la base di partenza per dar vita alla svolta è nota: autostrade in concessione, tramite Abertis e Costanera, aeroporti, con Adr e lo scalo di Nizza innanzitutto, i servizi alla mobilità, con Telepass, e la gestione dei flussi di traffico, con Yunex. Solo queste realtà valgono nei prossimi cinque anni 10 miliardi di investimenti organici. Si tratta degli impegni presi dalle concessioni per sviluppare e innovare le infrastrutture. Poi c'è il capitolo espansione. E a tal proposito Alessandro Benetton, vice presidente di Mundys e numero uno del socio Edizione, è stato chiaro: «La volontà strategica è di non avere limiti». Verranno colte e valutate tutte le opportunità coerenti con l'ambizioso target di diventare un leader della mobilità sostenibile e questo non esclude, tra le altre cose, investimenti nel comparto energetico o delle telecomunicazioni.

E nel fare questo, Mundys potrà contare sul supporto dei suoi azionisti. «Blackstone si è impegnata ad apportare nuovo capitale, assieme a Edizione, in caso di nuove acquisizioni», ha sottolineato Andrea Valeri, numero uno in Italia del fondo internazionale che ha poi aggiunto: «Con Edizione abbiamo un rapporto di sincera partnership, c'è completa sintonia dal punto di vista strategico. Entrambi abbiamo voluto fin da subito preservare l'integrità del gruppo per dare spinta alla leadership».Mundys sarà, come ha spiegato Benetton «una società con testa e cuore italiano che guarderà con ambizione al ruolo» di primo operatore globale. Perchè il nuovo nome non è semplicemente «un vestito nuovo su un corpo vecchio», tutt'altro, «io - ha aggiunto il vice presidente - i miei cugini, la nostra famiglia, gli uomini e le donne delle nostre aziende vogliamo avviare un nuovo capitolo della nostra storia imprenditoriale, e lo vogliamo scrivere con i nuovi partner Blackstone» e Fondazione Crt. Mundys oggi è presente in 24 Paesi e gestisce ogni anno 3 miliardi di transiti di automezzi leggeri e pesanti sulle autostrade, 60 milioni di passeggeri aeroportuali, 7,5 milioni di clienti Telepass, oltre che i sistemi di traffico di 600 grandi città e nel 2022 ha raggiunto circa 7,4 miliardi di euro di ricavi.

Ora manca un ultimo tassello per completare la svolta: indicare il nuovo amministratore delegato. Un passaggio che dovrebbe realizzarsi a breve, al più tardi entro la fine del mese. «Arriverà presto, a stretto giro di posta», ha sottolineato Benetton che ha poi aggiunto: «Anche questa sarà una risorsa che farà parte di questa orchestra con la quale vogliamo suonare per molto tempo». Dal punto di vista operativo è previsto che il consiglio di amministrazione si riunisca e che registri le dimissioni di un consigliere in quota a Edizione per far posto al manager che prenderà il timone di Mundys e al quale toccherà dunque il compito di dirigere il piano di crescita dei prossimi cinque anni. Con il lui il presidente Giampiero Massolo, che ha rimarcato il ruolo cruciale degli asset in portafoglio: «L'obiettivo che abbiamo davanti ora è di completare la nostra trasformazione in un operatore mondiale di mobilità integrata e sostenibile, in grado di gestire non solo le infrastrutture, ma tutte le diverse fasi di viaggio delle persone e dei passeggeri, con tecnologie e servizi efficienti e di qualità, riducendo inoltre le emissioni dirette e indirette».

E per farlo «le asset companies dovranno svolgere un rugolo fondamentale, e sarà nostro compito supportarne attivamente lo sviluppo, valutando le iniziative di crescita e i partner con cui svilupparle, con l'obiettivo di portare vantaggi ai nostri azionisti e a tutti i nostri stakeholder in termini di servizi, competitività e occupazione nelle aree dove si trovano le nostre infrastrutture». In quest'ottica ha citato Aeroporti di Roma come «un'opportunità fondamentale per il Paese», Abertis che «sarà la piattaforma per la crescita globale del gruppo nel settore autostradale», Telepass che «già oggi si è trasformata in una fintech fortemente avanzata, che mette a disposizione dei suoi clienti un'ampia gamma di servizi di mobilità, dalla stipula di un'assicurazione all'acquisto dello Skipass», per arrivare a Yunex.

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