Appalti

Terremoto/1. Su 1.253 opere pubbliche finanziate, solo una è stata ricostruita

di Massimo Frontera

La prima opera pubblica ricostruita dopo il sisma del 2016-2017 nel Centro Italia resta quella inaugurata lo scorso 10 maggio nel comune maceratese di Bolognola: un edificio di due piani, con gli uffici municipali al piano terra e due appartamenti al piano superiore, per altrettante famiglie rimaste senza casa. Almeno altre due nuove scuole saranno completate entro l'estate per accogliere gli studenti del prossimo anno scolastico. Sono questi i primi lavori ad arrivare al traguardo di una lista che conta 1.253 opere pubbliche, finora selezionate e finanziate tra Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria con quasi 1,7 miliardi di euro.

Sul fronte della ricostruzione privata, ci sono circa mille cantieri di edilizia abitativa finora aperti, per 146 milioni di contributi già assegnati. Più esattamente, ad oggi, gli uffici speciali alla ricostruzione stanno esaminando 3.427 domande, e altre 1.604 domande sono in compilazione sull'apposita piattaforma (Mude), per poi essere inoltrate agli uffici speciali.
Per quanto riguarda le imprese, finora sono stati concessi contributi alla delocalizzazione di 1.442 attività, di cui 459 nella forma di delocalizzazione temporanea. Questi i principali numeri che la commissaria di governo alla ricostruzione, Paola De Micheli (in scadenza il 12 settembre prossimo), ha fornito al premier Giuseppe Conte che ieri si è recato ad Amatrice e Accumoli.

Per la ricostruzione pubblica non mancano certo i soldi. Con l'ultima ordinanza di maggio, la commissaria De Micheli ha praticamente esaurito il fondo alla ricostruzione, mettendo a disposizione altri 897 milioni di euro, di cui 500 milioni sull'annualità 2018 e il resto per l'anno successivo. Sono state finanziate, tra le altre cose, scuole per 218,5 milioni, chiese ed edifici di culto per 39 milioni, beni culturali per 170 milioni di euro, oltre a due programmi di edilizia abitativa rispettivamente di 68,8 e 128 milioni. Si è lavorato anche sulla prevenzione, completando finora 137 dei 138 studi di microzonazione sismica commissionati nei i comuni del cratere, indispensabili per conoscere il comportamento del suolo alle scosse e decidere cosa e come costruire.

Sempre sul fronte della prevenzione, la commissaria di governo ha già stilato un programma da 275 milioni per realizzare opere contro il dissesto idrogeologico, programma da approvare con un'apposita ordinanza non ancora pubblicata.
Per il futuro, lo stesso premier Conte ha ricordato che al Senato si sta discutendo la conversione in legge del decreto che contiene misure rivolte alla popolazione del Centro Italia. Potrebbe essere proprio quello il "treno" su cui far salire norme a carattere derogatorio per velocizzare soprattutto la ricostruzione privata. Si tratta delle norme già individuate dalla struttura commissariale e condivise con le forze politiche in Parlamento, le imprese e i sindacati. Sarà interessante capire se il decreto in conversione sarà l'occasione con cui il nuovo esecutivo Lega-M5S vorrà intervenire per velocizzare anche sulle norme della ricostruzione pubblica.

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