Urbanistica

Trento, la città più verde d'Italia verso il consumo zero di suolo

Rapporto Ecosistema urbano. La circonvallazione su rotaia per i treni merci: recupero di 16 ettari

di Barbara Ganz

Quasi un'abitudine, per Trento, primeggiare nelle classifiche: per la terza volta consecutiva è ai vertici come "città Green" nel Rapporto Ecosistema urbano firmato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia. «Non è un atteggiamento che appartiene ai trentini lodarsi eccessivamente: di certo siamo felici di questo risultato, che premia scelte di buona amministrazione nel lungo, e in alcuni casi lunghissimo, periodo», si schermisce il sindaco Franco Ianeselli. Altre scelte sono invece più recenti, come il Prg adottato nel 2019 che ha stabilito il consumo zero del suolo, fino al progetto di circonvallazione ferroviaria che punta a recuperare lo spazio finora occupato dai binari recuperando 16 ettari su una lunghezza di 2,5 chilometri.

È stato lo stesso primo cittadino, che sulla propria pagina Facebook dialoga con la comunità, a lanciare il paragone con New York: «Immaginate un grande parco lineare, che dalle Albere arriva fino alla rotatoria di Nassirya, simile all'High line realizzata a New York sul sedime di una ferrovia in disuso». Il piano comprende la circonvallazione ferroviaria per i treni merci, l'interramento della linea ferroviaria storica, un sistema di collegamento rapido tra nord e sud e la stazione ipogea, anche alla luce del fatto che il nuovo tunnel di base del Brennero rende necessario il potenziamento della ferrovia nella tratta tra Verona e Fortezza. Lo scorso 12 ottobre Rete ferroviaria italiana ha trasmesso alla Commissione nazionale per il dibattito pubblico e al Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibili - Consiglio superiore dei lavori pubblici, il progetto di fattibilità tecnica ed economica avviando così l'iter previsto per l'approvazione, ed è già partita la procedura per l'attivazione del dibattito pubblico.

«Una grande opera crea naturalmente un dibattito: parliamo di oltre mille giorni di lavori per un importo di circa 960 milioni, con risorse in buona parte derivanti dal Pnrr», sottolinea Ianeselli, che promuove l'idea di ricomporre la frattura storica del centro città, legata proprio al passaggio dei binari.Fra i parametri considerati da Legambiente Trento si qualifica al quinto posto per minore dispersione della rete idrica (a quota 15%), sesto posto per la raccolta differenziata, secondo per il verde urbano (metri quadrati per abitante), ottavo per il ricorso a fotovoltaico e solare (potenza installata su edifici pubblici).«Quello che vale è la affidabilità di queste classifiche, e per noi conta anche andare a vedere voce per voce dove esistono ancora margini di miglioramento. Trento è una città di cerniera con l'area tedesca, un fattore che rende più facile confrontarsi con buone pratiche a livello europeo; in questo senso molto si deve a interventi di stampo quasi asburgico, come sul fronte della racconta dei rifiuti o sulle riqualificazioni energetiche.

Il resto è merito di un senso civico molto pronunciato, senza il quale alcuni risultati non sarebbero possibili». E la stessa tecnologia rende possibile intervenire in aree che sembravano precluse a una città che ha un ampio dislivello fra il fondovalle e la montagna: «Per anni è stato difficile immaginare uno sviluppo ciclabile, ma ora le nuove biciclette elettriche e a pedalata assistita rendono più richiesta una nuova forma di mobilità e anche di pendolarismo. Tutto questo richiede però pianificazione e strutture come i parcheggi, necessari a custodire beni di valore come i mezzi più moderni», aggiunge il sindaco, che ricorda il lavoro in corso con il Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) e per la progettazione di 11 ciclobox da dislocare sul territorio comunale.

Intanto, a luglio, la città ha incassato anche - per il quarto anno consecutivo - il riconoscimento Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta) come "ComuneCiclabile" ottenendo la bandiera gialla che indica le amministrazioni più virtuose e amiche delle biciclette. E in tempi di emergenza climatica, i risultati della gestione ambientale dei comuni «non riguardano più strettamente i cittadini: diventano una chiave per una rinnovata attrazione di un turismo attento a queste tematiche, ma possono essere anche la chiave per stimolare una nuova forma di residenza. L'epidemia ci ha insegnato che si può lavorare ed essere connessi ovunque, e a quel punto si può scegliere una città pulita, che garantisce spazi verdi e una alta qualità della vita», conclude Ianeselli.

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