Imprese

Trevi alla stretta finale per l'intesa con i soci e le banche finanziatrici

Il management sta portando avanti le trattative: l’auspicio è trovare un’intesa definitiva entro agosto

di Matteo Meneghello

Il gruppo Trevi approva il bilancio 2021 (dopo il rinvio di un mese fa), cerca la stretta finale per il nuovo accordo con le banche finanziatrici e punta a un 2022 con ricavi in crescita in un range compreso tra il 6 e il 10%. L’anno scorso si è chiuso con ricavi per 494,6 milioni (in linea con l’anno precedente), e un risultato finale in perdita per 53 milioni, a fronte però di valori di Ebitda e Ebitda ricorrente sugli stessi livelli dell’anno scorso, pari rispettivamente a 42,5 e 49,6 milioni (contro i 45,4 e 50,2 milioni del 2020). Ma il risultato netto di un anno fa - ricorda la società - era legato all’operazione di ripatrimonializzazione e ristrutturazione dell’indebitamento dell’agosto 2019, completata il 29 maggio 2020, che aveva generato un effetto netto positivo di 280,3 milioni, influenzando proventi e oneri finanziari del Gruppo.

In queste settimane il management sta portando avanti le trattative sia con le banche finanziatrici che con i principali azionisti per definire una nuova manovra finanziaria: l’auspicio è trovare un’intesa definitiva entro agosto. Il mancato rispetto, a causa del Covid, dei parametri stabiliti dall’accordo al 31 dicembre 2020 aveva richiesto una nuova interlocuzione con le banche, avviata a febbraio 2021. In questo contesto era stato raggiunto un accordo di moratoria e standstill, scaduto a dicembre dell’anno scorso e non più rinnovato ma - spiega il gruppo - esteso «de facto». L’ultima versione della nuova manovra prevede, in sintesi: un nuovo accordo (basato su un piano attestato di risanamento), un aumento di capitale per cassa offerto in opzione ai soci per massimi 25 milioni (garantiti pro quota dai soci Cdp e Polaris), un aumento di capitale riservato alle banche finanziatrici (da sottoscriversi tramite conversione dei crediti bancari in azioni ordinarie), per un controvalore almeno pari a 20 milioni, la subordinazione e postergazione di parte del debito bancario fino a 40 milioni, l’estensione della scadenza finale dell’indebitamento a medio-lungo termine fino al 2026, la concessione di linee di credito a supporto del piano industriale 2022-2026, l’estensione al 2026 della scadenza del prestito obbligazionario Trevi-Finanziaria industriale spa 2014–2024» emesso da Trevifin nel 2014 per un valore di 50 milioni.

La posizione finanziaria netta a fine 2021 è negativa per 251,8 milioni, in miglioramento di 17,6 milioni rispetto a fine 2020. Il portafoglio lavori al 31 dicembre 2021 è pari a 454,6 milioni, gli ordini acquisiti nel 2021 sono stati pari a circa 600,2 milioni, in aumento di circa 174,7 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’acquisizione di nuovi ordini nel 2022 è attesa allineata a quella del 2021. Per quanto riguarda i risultati, il gruppo si attende ricavi in aumento rispetto al 2021 a un tasso compreso tra il 6 ed il 10%.

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