Urbanistica

Vetrate panoramiche su balconi e logge, ora l'intervento è libero

I (pochi) paletti della norma del Dl aiuti convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta del 21 settembre: amovibilità e totale trasparenza

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di Massimo Frontera

La possibilità di chiudere balconi e logge con superfici interamente vetrate e amovibili - che un articolo del Dl aiuti-bis (convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta del 21 settembre) - definisce e rubrica tra gli interventi di edilizia libera, promette di essere una soluzione gettonatissima. Al punto che gli stessi architetti temono abusi ed esagerazioni in grado di produrre un effetto estetico negativo addirittura su scala urbana, considerando anche che - sottolineano i professionisti - non è previsto alcuna preclusione applicativa di carattere urbanistico.

Il ricorso alla "Vepa" consente di ottenere la chiusura dello spazio esterno dell'appartamento in maniera esteticamente attenuata rispetto ad altre soluzioni che prevedano il ricorso a infissi o a tamponature, che restano teoricamente possibili salvo ovviamente l'ottenimento del titolo edilizio, in quanto si altera il prospetto e si aumenta volumetria e carico urbanistico. Il ricorso alla vetrata panoramica, invece, consentita in virtù della trasparenza del materiale isolante in abbinamento alla amovibilità (che deve essere sempre garantita) rappresenta in effetti una vera e propria liberalizzazione e non prevede per il promotore oneri di alcun tipo nei confronti del comune. Non è neanche difficile pensare che la norma possa portare a soluzioni, di fabbrica, per così dire, cioè a edifici residenziali già progettati e realizzati con paratie scorrevoli in vetro a chiusura di logge. Queste ultime, infatti, diversamente dagli spazi interni, non concorrono alla volumetria urbanistica, e sono dunque realizzate con misure generose dalle stesse imprese immobiliari.

Più esattamente, la norma - che aggiunge la lettera b-bis all'articolo 6, comma 1, lettera b) del Dpr 380 - vincola l'intervento al rispetto di alcune caratteristiche. Le vetrate devono essere «amovibili», «totalmente trasparenti», finalizzate a proteggere dalla pioggia e a contribuire al contrasto della dispersione termica in modo «temporaneo». L'elemento della amovibilità e della precarietà viene poi ribadito quando si afferma il divieto di ottenere «spazi stabilmente chiusi», perché in questo caso avviene la trasformazione dello spazio accessorio in spazio utile, con conseguente aumento di volumetria e carico urbanistico.

La norma inoltre impone che queste vetrate - sempre grazie alla loro amovibilità - favoriscano «una naturale microaerazione che consenta la circolazione di un costante flusso di arieggiamento a garanzia della salubrità dei vani interni domestici». Quando la norma si addentra nel campo dell'impatto estetico e del decoro architettonico il testo si fa più sfumato e discrezionale. Alle vetrate panoramiche si richiede solo di «avere caratteristiche tecnico-costruttive e profilo estetico tali da ridurre al minimo l'impatto visivo e l'ingombro
apparente e da non modificare le preesistenti linee architettoniche».

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