Imprese

Webuild, ordini per 11 miliardi. Salini: «L'Italia traina la corsa record»

Nel 2021 il gruppo ha vinto commesse nazionali per oltre 5 miliardi di euro

di Marco Morino

C'è sempre più Italia nelle grandi opere di Webuild (ex Salini Impregilo). Sui 10,8 miliardi di nuovi ordini acquisiti dalla società in tutto il mondo nel corso del 2021, oltre 5 miliardi provengono dal nostro Paese. Il consiglio di amministrazione di Webuild ha esaminato i risultati preliminari gestionali 2021 relativi alla struttura finanziaria del gruppo, che ha registrato «un ammontare record di nuove aggiudicazioni, beneficiando dei notevoli piani di investimento in infrastrutture sostenibili lanciati dai vari Paesi in cui il gruppo opera». Si tratta di mercati chiave a basso rischio quali Italia, centro e nord Europa, Stati Uniti e Australia. Webuild chiude il 2021 con una posizione finanziaria positiva (cassa netta) per 100-200 milioni di euro, ottenendo il miglior risultato dal 2014. L'indebitamento lordo è di 2,6-2,7 miliardi, in calo di 860-960 milioni rispetto al 31 dicembre 2020.

Ma è il dato sugli ordini italiani a colpire maggiormente. Tra le principali commesse acquisite da Webuild nel 2021 si segnalano: due ulteriori maxilotti dell'autostrada Pedemontana lombarda (per un valore di 1,26 miliardi di euro); la tratta Hirpinia-Orsara dell'alta velocità ferroviaria Napoli-Bari (1,075 miliardi); la tratta Taormina-Giampilieri dell'alta velocità ferroviaria Messina-Catania (1 miliardo); la tratta ferroviaria Fortezza-Ponte Gardena (546 milioni), un'opera strategica per l'accesso sud alla nuova galleria di base del Brennero; il raddoppio della tratta Orsara-Bovino (367 milioni) sempre dell'alta velocità ferroviaria Napoli-Bari. A questi contratti si aggiungono i lavori di manutenzione stradale affidati a Cossi Costruzioni, controllata del gruppo Webuild, per ulteriori 155 milioni di euro.

Nel giro di pochi anni l'Italia è arrivata a sfiorare il 50% del portafoglio ordini di Webuild. Attualmente, la società guidata da Pietro Salini vanta un portafoglio ordini globale pari a 44,2 miliardi di euro, di cui il 48% nel nostro Paese (21,3 miliardi). Tutto questo, ancor prima che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) abbia iniziato a dispiegere i suoi effetti. In totale sono 27 i grandi progetti italiani che vedono la presenza di Webuild. Non ci sono soltanto autostrade e ferrovie, ma anche metropolitane (linea 4 di Milano e linea C di Roma), ospedali e centri direzionali (nuova sede Eni di Milano). Le opere sono distribuite in maniera pressoché uniforme sull'intero territorio nazionale, con una forte presenza anche nel Mezzogiorno. Nel cantiere Italia di Webuild lavorano oltre 7.500 imprese, che hanno firmato con Webuild contratti per oltre 9 miliardi di euro. E nel 98% dei casi si tratta di imprese italiane. Le ricadute sull'occupazione sono rilevanti.

Nel 2021 i porgetti Webuild in Italia hanno dato lavoro, tra dipendenti diretti e indotto, a 49.900 addetti. Si stima che diventeranno 57.900 nel corso del 2022 e 67.800 nel 2023, anche grazie alla spinta del Pnrr. Dice Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild: «Puntiamo ad avere un ruolo trainante in Italia. L'acquisizione di Astaldi e di altre imprese come Cossi e Seli Overseas nell'ambito di Progetto Italia ci ha permesso di rafforzarci in alcuni segmenti verticali, come il comparto degli scavi meccanizzati di gallerie e di ampliare le competenze con cui continuare a lavorare con tutta la filiera, che solo in Italia conta oltre 7mila imprese».

«Il nostro interesse per l'Italia - continua Salini - è legato alle opportunità che questo Paese offre in termini di sviluppo del settore delle infrastrutture, sempre più strategico per il rilancio dell'economia post pandemia. Sono previsti diversi miliardi di investimenti in grandi opere in Italia, anche dal Pnrr, oltre 20 miliardi di euro si riferiscono a progetti ferroviari ad alta velocità, segmento in cui Webuild è leader a livello nazionale. Ma anche ponti, strade e acqua, su cui possiamo apportare l'esperienza che abbiamo acquisito in alcuni dei più grandi progetti infrastrutturali a livello internazionale». Conclude Salini: «I risultati in Italia, con 5 miliardi di nuovi ordini nel 2021, sono frutto di una strategia di collaborazione con tutta la filiera produttiva e di un nuovo modello di collaborazione pubblico-privato che abbiamo applicato con successo al Ponte di Genova e vorremmo continuare ad adottare per efficientare la realizzazione degli altri progetti italiani».

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