Amministratori

Regionali: Decaro, pronto a candidarmi ma non voglio essere ostaggio

Ora Schlein in pressing su Emiliano: rinunci alla candidatura in Consiglio

di Emilia Patta

Se c’è uno a dover fare il passo indietro, nello stallo politico alla messicana che sta bloccando la partita delle regionali in Puglia, quello è il governatore uscente Michele Emiliano. Parola del candidato in pectore Antonio Decaro, già sindaco di Bari per dieci anni ed ora europarlamentare del Pd nonché presidente della commissione Ambiente di Strasburgo, che a tre giorni dal vertice barese che sembrava aver sbloccato l’impasse conferma la sua disponibilità a correre per la successione a Emiliano alla guida della regione ma detta le sue condizioni. O meglio le ribadisce, va riconosciuto, con una certa coerenza: «Io sono pronto a candidarmi alla presidenza della regione Puglia - scrive in mattinata Decaro in un post sui social -. Ma ho detto da subito che per candidarmi devo sapere di poter guidare la regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro. Con il coraggio e la responsabilità di scrivere una pagina nuova. A Michele Emiliano e a Nichi Vendola mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego. Ma io voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di un presidente a metà».

Insomma, niente candidatura a consigliere regionale per Emiliano (che è del Pd) e possibilmente anche per Vendola (che è di Avs). Niente “suocere” chiacchierine sedute in Consiglio regionale o in Giunta. Altrimenti... «nessuno è indispensabile, a cominciare da me: il lavoro in Europa che sto facendo è importante, prestigioso e impegnativo, se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia continuerò a lavorare lì». Le condizioni di mister preferenze Ue (500mila) sono chiare e sono dure. Anche per questo da Largo del Nazareno si attende qualche ora a reagire. Solo in serata una nota vergata da Igor Taruffi, il braccio destro e sinistro di Schlein, incorona di fatto per la prima volta ufficialmente Decaro («la disponibilità a candidarsi è un’ottima notizia ed è proprio quello che speravamo: per noi quella di Decaro è la candidatura più competitiva da mettere a disposizione della coalizione») e soprattutto chiede di fatto a Emiliano, e di riflesso pure a Vendola, il passo indietro («chiediamo a tutti, a partire da chi ha svolto ruoli di maggiore responsabilità politica, di mettere in campo generosità senza precondizioni ma pensando al lavoro di squadra»).

Si vedrà nelle prossime ore. Ma certo Schlein non può permettersi lo smacco del ritiro di un candidato forte come Decaro né, soprattutto, può permettersi di darla vinta a uno dei due “cacicchi” che due anni e mezzo fa aveva giurato di rottamare (l’altro è Vincenzo De Luca in Campania, ancora in trattativa con il Pd per il suo sospirato appoggio al pentastellato Roberto Fico).

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