Fisco e contabilità

Decreto Aiuti, calendario corto ed elezioni complicano i piani anticrisi

Il termine del 17 luglio per molti Comuni si scontra con il rinnovo degli amministratori del 12 giugno

di Patrizia Ruffini

Tempi troppo stretti per i patti per il risanamento delle città con alto disavanzo o debito, da sottoscrivere entro il 17 luglio. Un termine che per molti Comuni si scontra con il rinnovo degli amministratori del 12 giugno. L'entrata in vigore del decreto Aiuti (Dl 50/2022) permette di calcolare la scadenza (di sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, vale a dire il 18 maggio) entro la quale i Comuni devono sottoscrivere un accordo per il ripiano del disavanzo con il Presidente del Consiglio dei ministri o un suo delegato.

Al fine di favorire il riequilibrio finanziario, l'articolo 43 del Dl 50/2022 rilancia le norme che la legge di bilancio per il 2022 aveva riservato a Napoli, Torino, Palermo e Reggio Calabria, le quattro città oggetto dei Patti con il governo per il risanamento dei conti.

Nello specifico, il decreto Aiuti consente a i sindaci dei Comuni capoluogo di provincia con un disavanzo di amministrazione per abitante superiore a 500 euro (sulla base del disavanzo risultante dal rendiconto 2020 definitivamente approvato e trasmesso alla Bdap al 30 aprile 2022) di sottoscrivere un accordo per il ripiano del disavanzo con il Presidente del Consiglio dei ministri o un suo delegato, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze. Con l'accordo il Comune si impegna, per il periodo nel quale è previsto il ripiano del disavanzo, a porre in essere parte o tutte le misure previste d all'articolo 1, comma 572, della legge n. 234 del 2021. Fra le azioni al primo posto c'è l' istituzione, con delibere del consiglio comunale, di un incremento dell'addizionale comunale all'Irpef, in deroga al limite previsto dall'articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 28 settembre 1998 n. 360, e di un'addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aereoportuale per passeggero.

Ci sono poi: la valorizzazione delle entrate, attraverso la ricognizione del patrimonio, l'incremento dei canoni di concessione e di locazione e ulteriori utilizzi produttivi da realizzare attraverso piani di valorizzazione e alienazione; l'incremento della riscossione delle proprie entrate; le riduzioni strutturali del 2% annuo degli impegni di spesa di parte corrente della missione 1 « Servizi istituzionali, generali e di gestione » (ad esclusione dei programmi 04, 05 e 06), rispetto a quelli risultanti dal consuntivo 2019; la completa attuazione delle misure di razionalizzazione previste nel piano delle partecipazioni societarie; alla riorganizzazione e allo snellimento della struttura amministrativa; razionalizzazione dell'utilizzo degli spazi occupati dagli uffici pubblici, al fine di conseguire una riduzione della spesa per locazioni passive; incremento degli investimenti.

La sottoscrizione dell'accordo è subordinata alla verifica delle misure proposte dai Comuni interessati entro il 17 giugno (trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto Aiuti), da parte di un tavolo tecnico istituito presso il ministero dell'Interno. Considerata l'entità del disavanzo da ripianare, il tavolo individua anche l'eventuale variazione, quantitativa e qualitativa, delle misure proposte dal comune per l'equilibrio strutturale del bilancio.

Le maggiori entrate derivanti o correlate alle misure di risanamento devono essere destinate, prioritariamente e fino a concorrenza della quota annuale, al ripiano del disavanzo. La sottoscrizione dell'accordo sospende per due anni la dichiarazione di dissesto, che se l'ente non dovesse deliberare nei termini le misure concordate.

Possono attivare le medesime misure di riequilibrio strutturale. anche i Comuni sede di città metropolitana con un debito pro capite superiore a mille euro sulla base del rendiconto 2020 definitivamente approvato e trasmesso alla Bdap al 30 aprile 2022.

Passando sul piano pratico, il calendario serrato per tutti i municipi, è di fatto impossibile per quelli che sono interessati dalle elezioni amministrative del prossimo 12 giugno (Genova Alessandria Rieti e Catanzaro tra le principali). Occorre dunque un correttivo in legge di conversione per superare il problema dei tempi, forse troppo stretti anche per chi non va a elezioni.

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